«È morto Nobel, viva Nobel!», la strana storia dietro la nascita del premio più famoso al mondo
Un chimico e mercante d’armi, una macabra esperienza, un coccodrillo sbagliato al momento giusto, un grosso investimento per l’evoluzione dell’umanità: questi gli strani ingredienti della strana storia dietro l’istituzione del premio scientifico più famoso al mondo.
Il premio Nobel è forse l’unica onorificenza scientifica entrata a far parte della cultura popolare: scienziati il cui nome di solito resterebbe confinato nei laboratori, o nelle aule universitarie, si trovano improvvisamente sotto i riflettori dei media e nei discorsi di chi non si occupa di scienza a tempo pieno. Ma vi siete mai chiesti perché l’inventore della dinamite decise di istituirlo? Qualche anno fa, durante un’intervista con la giornalista Molly Oldfield, Olov Amelin, curatore del Nobel Museum di Stoccolma, ha raccontato la strana storia che si cela dietro la decisione di Nobel.
Per quanto ne sappiamo, raramente a qualcuno capita di leggere il proprio necrologio. Ad Alfred Bernhard Nobel successe nel 1888 e fu quasi un’illuminazione. In realtà, a morire era stato suo fratello Ludwig, ma un giornale francese si era confuso e aveva pubblicato per errore il “coccodrillo” (nello slang dei giornalisti sono i necrologi scritti in anticipo che le redazioni usano nel caso muoia qualche persona nota) di Alfred. Il breve articolo era intitolato Le marchand de la mort est mort (Il mercante di morte è morto) e recitava «Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri».
Il famoso chimico e uomo d’affari svedese era in effetti diventato molto ricco grazie all’invenzione della dinamite, alla produzione e al commercio di armi e rimase turbato dalle aspre parole a lui dedicate (se vi piacciono i souvenir, qui potete comprare una scatola originale della dinamite prodotta dalla fabbrica di Nobel. Ovviamente senza la dinamite). Probabilmente in quel momento nella mente di Nobel si insinuò la preoccupazione di come sarebbe stato ricordato dai posteri e forse quel tarlo continuò a roderlo fino a quando qualche anno dopo, nel 1895, si recò allo “Swedish Norvegian Club” di Parigi con l’idea di redigere un lungo testamento.
Nel documento, oltre a indicare i lasciti per i familiari, indicava cosa fare con il resto del suo (ingente) patrimonio: investirlo in affari sicuri e donare ogni anno gli interessi come premio a «coloro i quali, durante l’anno precedente, avessero maggiormente contribuito al benessere dell’umanità». Decise di dividere i fondi in cinque premi, da far assegnare da istituzioni diverse, ognuno destinato a un differente ambito del sapere: per la fisica, per la chimica (ambedue assegnati dall’Accademia Reale Svedese delle Scienze), per la medicina o la fisiologia (dal Karolinska Istitutet di Stoccolma), per la letteratura (dall’Accademia di Stoccolma) e per la pace (da una commissione nominata dal Parlamento norvegese).
Oggi il testamento di Nobel è conservato a Sanremo nella villa dove si era trasferito per motivi di salute e in cui morì nel 1896. La prima premiazione avvenne nel 1901. Nel 1968 la Banca di Svezia istituì un ulteriore premio “in memoria di Alfred Nobel” per le scienze economiche. Ogni anno a ottobre vengono annunciati i vincitori e il 10 dicembre, anniversario della morte di Nobel, si svolge la cerimonia di consegna dei premi a Stoccolma e a Oslo.
A distanza di più di un secolo, il nome di Alfred Nobel è indissolubilmente legato a quanto di buono la scienza e la cultura possono fare per l’umanità. Spesso, malgrado il passato, c’è la possibilità per chiunque di migliorare l’immagine che lascerà di sé. Uno dei pregi degli errori e dei comportamenti sbagliati è che a volte vi si può porre rimedio.
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