Superacceleratore del Cern: al via la seconda stagione
Ripartono le indagini su un universo sconosciuto e imprevedibile
Una volta scovato il bosone di Higgs, l’acceleratore di particelle più famoso al mondo era stato spento. Oggi, dopo due anni di manutenzione, è tornato in funzione. Anzi: il Large Hadron Collider, meglio conosciuto come Lhc, ha rinnovato i motori ed è ripartito con energia doppia. Carlo Rubbia, Nobel per la fisica nel 1984 ed ex direttore del CERN, ha commentato: «Il bosone di Higgs è solo il primo passo, ora affronteremo la materia oscura».
Lhc si trova al confine tra Svizzera e Francia, al CERN di Ginevra. Nel suo anello sotterraneo, profondo 120 metri e lungo 27 chilometri, le particelle viaggiano quasi alla velocità della luce.
Dal suo spegnimento nel 2012, gli scienziati hanno aumentato l’energia dei fasci di particelle e quindi anche la loro velocità. Così nei prossimi mesi Lhc raggiungerà un’energia doppia rispetto a quella con la quale venne inaugurato nel 2008. Un’energia mai raggiunta prima da altri acceleratori di particelle, che consentirà di gettare lo sguardo su ”territori” ancora inesplorati.
Quello che potremo osservare con Lhc potenziato sarà «la natura a stabilirlo, noi possiamo solo avanzare ipotesi. Di sicuro però si miglioreranno i dati sul bosone di Higgs. Quelli che abbiamo sono preliminari e saranno approfonditi – ha spiegato a La Repubblica Carlo Rubbia – Scavando bene attorno all’Higgs, precisando i dettagli dei suoi decadimenti, potremmo avere sorprese importanti e decifrare il mistero della materia oscura». Il bosone di Higgs è quindi un ponte verso una fisica ancora tutta da immaginare, «rappresenta la transizione fra ciò che conosciamo, il modello standard, e la fisica del futuro. Prima la cosmologia avanzava ipotesi che erano quasi modelli filosofici. Ora è diventata una scienza esatta e cerca di rispondere alle domande fondamentali dell’uomo» ha concluso Rubbia.
Credits immagine di copertina: jvansanten via Compfight cc
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