L’errore di Einstein compie 100 anni
Nel 1917 Einstein formulò la teoria della costante cosmologica, in seguito da lui stesso definita “un abbaglio”. A distanza di un secolo, la stessa teoria viene invece rivalutata dai fisici. Ecco perché
Era il febbraio del 1917 quando Albert Einstein, premio nobel per la fisica postulò un’aggiunta alle equazioni della sua celebre teoria della relatività generale. Secondo lo scienziato di Ulm, bisognava tener conto di un’ulteriore grandezza matematica, la cosiddetta costante cosmologica (Λ).
Einstein introdusse tale costante per motivi ben precisi. Inizialmente, le equazioni della sua teoria comportavano che l’Universo fosse in continua evoluzione. Un concetto che si scontrava con la visione predominante in quegli anni, secondo la quale l’Universo era del tutto statico. Sostanzialmente, Einstein introdusse la costante cosmologica per “controbilanciare” l’attrazione gravitazionale tra le masse, che avrebbe comportato una contrazione dell’Universo stesso, riportandolo così in equilibrio nelle sue famose equazioni.
Pochi anni dopo, comunque, Einstein fu costretto a rivedere la propria teoria: nel 1929, infatti, l’astrofisico Edwin Hubble scoprì che le galassie si muovono in modo costante e che più sono lontane, più recedono velocemente. Le osservazioni di Hubble, quindi, smentirono una volta per sempre la teoria di un Universo statico.
Einstein, a quel punto, dovette tornare sui propri passi, etichettando la costante cosmologica come un “grave errore”, uno dei più grandi della propria carriera. Ci sono voluti quasi settant’anni per riportare in vita la costante cosmologica: in tempi recenti, infatti, i fisici hanno accertato che l’espansione dell’Universo non avviene – come ritenuto in precedenza – a velocità uniforme, ma con moto accelerato. Il che ha reso necessario tornare a inserire nelle equazioni la costante cosmologica, che, come ha raccontato all’Ansa Antonio Masiero, vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), “sta vivendo un’inaspettata nuova giovinezza”.
Dal punto di vista fisico, la costante cosmologica è oggi associata alla cosiddetta energia oscura, un’ipotetica forma di energia che dovrebbe essere responsabile dell’espansione accelerata dell’Universo. Non solo: secondo uno studio recentemente pubblicato su Physical Review Letters, l’energia oscura sarebbe importante anche per creare le giuste condizioni per la vita, riducendo l’esposizione del nostro pianeta ai raggi gamma e assicurando una sufficiente produzione di idrogeno, elemento indispensabile per la formazione di nuove stelle.
Immagine in evidenza: via Twitter
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