Quando i Nobel si unirono contro l’atomica
Storia del manifesto Russell-Einstein,il più forte grido d’allarme lanciato dai Nobel contro il pericolo della guerra nucleare
La difficoltà di imparare dai propri errori sembra essere una caratteristica della natura umana. E il recente lancio di missili da parte della Corea del Nord non fa che darne un’ulteriore conferma. Benché la Guerra Fredda si sia conclusa da una trentina d’anni, infatti, il rischio di un conflitto nucleare è ancora attuale. Il tutto nonostante appelli come quello di Bertrand Russell e Albert Einstein, che nei primi anni Cinquanta dello scorso secolo raccolsero attorno a sé numerosi premi Nobel e redassero uno dei più drammatici atti d’accusa contro l’utilizzo di ordigni atomici, passato alla storia come il manifesto Russell-Einstein.
La spinta alla nascita del manifesto venne dai test nucleari statunitensi nell’atollo di Bikini. Per informare sul tema delle bombe all’idrogeno sviluppate da Stati Uniti e Russia, infatti, il 13 aprile 1954 la Bbc organizzò un incontro televiso. Ospiti della trasmissione furono Bertrand Russell e il fisico polacco Joseph Rotblat, l’unico scienziato ad abbandonare il progetto Manhattan per ragioni morali. Quando, a secondo conflitto mondiale ancora in corso, divenne chiaro che i nazisti non sarebbero mai riusciti a costruire una bomba atomica, Rotblat aveva infatti ritenuto caduta ogni ragione per proseguire lo sviluppo di ordigni nucleari.
La trasmissione riscosse una vasta eco. Una delle persone che più trassero ispirazione dall’evento fu il fisico tedesco Max Born. Egli aveva infatti concepito l’idea di un appello da parte di premi Nobel per il disarmo nucleare. Born era però incerto sulla miglior strategia da perseguire e decise quindi di chiedere un parere a Russell. Il filosofo britannico fu da subito interessato all’idea e si adoperò con Born e Rotblat per realizzarla.
Il nucleo originale dei tre scienziati si arricchì in breve tempo di otto altri intellettuali: Percy Bridgman, Albert Einstein, Leopold Infeld, Frédéric Joliot-Curie, Hermann Muller, Linus Pauling, Cecil Powell e Hideki Yukawa. Un totale di undici figure di primo livello, dieci delle quali, nel corso della loro vita, vennero insignite del premio Nobel (l’unica eccezione fu Infeld). La personalità di maggior spicco era quella di Einstein. Il caso volle che la firma del manifesto fosse uno dei suoi ultimi atti pubblici. Il padre della relatività sottoscrisse infatti il documento pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 18 aprile 1955.
Il manifesto venne presentato il 9 luglio 1955 da Bertrand Russell alla Caxton Hall di Londra. Per l’occasione venne convocata una conferenza stampa, moderata, per volere di Russell, dallo stesso Rotblat. Il documento non si schierava con nessuna delle due fazioni in lotta, ma si rivolgeva all’intera umanità, sottolineando come l’unica via di salvezza fosse la collaborazione tra i popoli.
L’evento ebbe una risonanza mondiale, amplificata dalla presenza di Russell e Einstein tra i firmatari. I due scienziati erano infatti molto celebri anche al di fuori dell’accademia e con grande esperienza nella comunicazione di tematiche sociali. Per questa ragione, nonostante i firmatari fossero undici, il manifesto finì per prendere il loro nome.
Nel documento gli autori invocarono l’organizzazione di una conferenza che riunisse scienziati da tutto il mondo e spingesse per il disarmo nucleare. Dopo alcuni tentativi falliti, il congresso venne organizzato nel 1957 per volontà dell’imprenditore e filantropo canadese Cyrus Eaton. Esso ebbe luogo a Pugwash, in Nuova Scozia, città natale di Eaton. L’incontro fu il primo di una serie di conferenze che continua tutt’oggi, note come conferenze Pugwash.
Nel 1995, a cinquant’anni dal bombardamento di Hiroshima e Nagasaki e a quaranta dalla lettura del manifesto Russell-Einstein, le conferenze Pugwash e Rotblat, unico firmatario del documento ancora in vita, vennero insigniti del premio Nobel per la pace. Nel suo discorso di premiazione Rotblat si rifece a uno dei passaggi chiave del manifesto, tanto drammatico quanto attuale: “Facciamo un appello come esseri umani ad altri esseri umani. Ricordate la vostra umanità e dimenticatevi del resto. Se riuscirete a farlo si aprirà la strada verso un nuovo paradiso. Se non ci riuscirete, si spalancherà dinanzi a voi il rischio di un’estinzione totale”. Un ammonimento severo, quello degli undici firmatari del manifesto. A noi il compito di non lasciarlo cadere nel vuoto.
Immagine in evidenza: Bertrand Russell presenta il manifesto Russell-Einstein a Londra il 9 luglio 1955. Credits: via pugwash.org
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