Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari
di Clara Pessano e Giuliana Salvalaggio, I B, Liceo Classico Scientifico Bonaventura Cavalieri, Verbania
Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.
Per il nostro elaborato abbiamo scelto di parlare del Premio Nobel per la Pace vinto dall’ICAN (International campaign to abolish nuclear weapons) nel 2017. Il trattato è stato negoziato presso la sede delle Nazioni Unite a New York a marzo, giugno e luglio 2017, con la partecipazione di oltre 135 nazioni e membri della società civile. È stato aperto per la firma il 20 settembre 2017. È di natura permanente e sarà legalmente vincolante per le nazioni che vi aderiranno. L’ICAN, un’associazione che raccoglie oltre 440 gruppi di 100 paesi con sede a Ginevra, ha lo scopo di fare luce sulle catastrofiche conseguenze di qualsiasi utilizzo di armi nucleari. L’ICAN è stato scelto come vincitore del premio Nobel per la Pace perché promuove la fraternità tra le nazioni, serve per il progresso nel disarmo, nel controllo delle armi e per la promozione di congressi per la pace. È inoltre considerato un premio importantissimo per tutti coloro che hanno lavorato duramente al fine di abolire le armi nucleari ed è anche un tributo ai sopravvissuti di Hiroshima e alle vittime dei test nucleari.
È la diciannovesima volta che il Premio Nobel per la pace si batte a favore del disarmo ed è inoltre un messaggio per gli Stati Uniti che posseggono un arsenale nucleare. Difatti Beatrice Fihn, direttrice esecutiva dell’associazione, ha dichiarato che l’elezione di Donald Trump e il suo potere di possedere e utilizzare autonomamente armi nucleari mette in difficoltà l’ICAN che deve continuare la lotta per l’abolizione di quest’ultime.
Prima dell’adozione del trattato, le armi nucleari erano le uniche armi di distruzione di massa non soggette a un divieto globale, nonostante le loro conseguenze umanitarie e ambientali, catastrofiche, diffuse e persistenti. Il nuovo accordo colma una lacuna significativa nel diritto internazionale, nonostante ci siano ancora più di 14000 armi nucleari negli arsenali detenute da 9 Paesi e il loro possesso sia approvato da 32 Stati. Il trattato proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, utilizzare o minacciare di usare armi nucleari o consentirne il loro posizionamento sul proprio territorio. Vieta loro inoltre di assistere, incoraggiare o indurre chiunque a impegnarsi in una di queste attività. Una nazione che possiede armi nucleari può aderire al trattato, purché accetti di distruggerle secondo un piano legalmente vincolante e limitato nel tempo. Allo stesso modo, una nazione che ospita le armi nucleari di un’altra nazione sul suo territorio può aderire, purché accetti di rimuoverle entro una scadenza specificata. Le nazioni sono obbligate a fornire assistenza a tutte le vittime dell’uso e del collaudo delle armi nucleari e ad adottare misure per il risanamento di ambienti contaminati. Il preambolo del trattato riconosce il danno subito dalle armi nucleari, compreso l’impatto sproporzionato su donne e ragazze e sui popoli indigeni di tutto il mondo. Come simbolo di speranza riguardo l’eliminazione delle armi nucleari, Papa Francesco ha soffiato su una fiamma nata dalle ceneri del bombardamento atomico di Hiroshima, nel 1945. Il Pontefice ha compiuto questo gesto durante l’udienza generale del 20 marzo 2017, alla presenza di una delegazione di attivisti per la pace di Earth Caravan.
Per concludere il Nobel per la Pace vinto dall’ICAN premia e riconosce il duro lavoro compiuto da questa associazione nella lotta per l’abolizione delle armi nucleari, le armi più disumane e indiscriminate mai create.
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