L’attivismo climatico incoraggiato dagli insegnanti inglesi
Secondo un sondaggio condotto nelle scuole primarie e secondarie inglesi, tre quarti degli insegnanti parla dell’emergenza climatica agli studenti e più della metà di essi li incoraggia a intraprendere azioni concrete a riguardo
“Intraprendere azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti”, cita il Sustainable Development Goal 13 dell’Agenda 2030 dell’Onu, includendo fra gli obiettivi il miglioramento dell’istruzione. Dopo Greta Thunberg – fondatrice di FridaysForFuture e candidata per la terza volta al Nobel per la pace – è arrivato quindi il turno degli insegnanti. Secondo un’indagine condotta dall’università di Bristol e pubblicata su Evironmental Education Research, in Inghilterra più della metà di essi incoraggia gli studenti a fare attivismo contro il cambiamento climatico. Lo stesso, come vedremo, non si può dire per gli Stati uniti.
Nel questionario – riportato integralmente alla fine dell’articolo – veniva chiesto a 626 insegnanti della scuola primaria e secondaria inglese quale fosse la loro visione sull’emergenza climatica. Nell’ottica di implementare un modulo scolastico sull’educazione al cambiamento climatico (Cce), si chiedeva di scegliere, fra alcuni contenuti proposti, quali fossero adatti all’insegnamento, in quale fascia d’età e chi dovesse trattarli. Veniva anche sondato se (e in che misura) gli insegnanti affrontassero già questi temi e quanto pesassero i preconcetti, l’incoraggiamento della scuola e la disponibilità di risorse economiche sulla loro disponibilità a farsi carico di un modulo Cce.
In Inghilterra la questione del clima viene affrontata nella scuola secondaria durante le ore di scienze e geografia – quest’ultima obbligatoria solo dagli 11 ai 14 anni. Si parla di come i processi umani plasmino il paesaggio e il clima, ma si evita di discutere l’impatto dell’emergenza climatica sull’ambiente, sull’economia e sulla società. L’educazione all’attivismo, inoltre, si limita all’azione individuale a basso impatto.
“Nonostante sia sottorappresentato nel Curriculum nazionale, il cambiamento climatico è qualcosa che appassiona molti giovani. I ragazzi delle scuole sono stati ispirati da Greta Thunberg, che ha dimostrato l’importanza della protesta pacifica per aumentare la consapevolezza della crisi climatica e stimolare il cambiamento individuale e su larga scala. Anche le azioni di gruppi come Extinction Rebellion hanno indotto molti a diventare attivisti”, dice Paul Howard-Jones, professore di neuroscienze ed educazione all’università di Bristol e primo autore dello studio. “Il prossimo novembre, proprio in Inghilterra, si terrà la conferenza mondiale sul cambiamento climatico delle nazioni unite (Cop26), una coincidenza perfetta per riflettere su come il sistema scolastico sta affrontando il problema dell’educazione degli studenti al cambiamento climatico”.
I risultati della survey mostrano che circa tre quarti (72%) degli intervistati affrontava già la questione del cambiamento climatico in classe. Negli Stati uniti, secondo un simile sondaggio condotto nel 2018, gli insegnanti che parlavano del problema erano meno della metà (42%). Rispetto agli insegnanti statunitensi, inoltre, gli inglesi sono più allineati con l’opinione scientifica per quanto riguarda l’urgenza e la gravità della crisi climatica: quasi tutti (il 97%, contro il 39% negli Usa) credono infatti che il cambiamento climatico sia causato dall’uomo. E ancora, un docente su cinque (19%) in Inghilterra – il 5% negli Usa – pensa che il cambiamento climatico necessiti di finanziamenti prioritari rispetto alle materie Stem e il 42% ritiene che sia secondo solo all’alfabetizzazione di base. Nel caso delle materie Stem, è interessante notare come siano proprio gli insegnanti di queste discipline i più favorevoli all’inclusione di programmi Cce.
Per concludere, non solo in Inghilterra gli insegnanti mostrano un elevato grado di consapevolezza circa la gravità dell’emergenza climatica, ma considerano l’invito a intraprendere un’azione concreta a riguardo totalmente distaccato dal mondo politico e da includersi necessariamente nel programma di educazione nelle scuole. L’obiettivo principale è quello di guidare il cambiamento, invece di limitarsi a cercare di parare i colpi inferti da questo.
Immagine in evidenza: {www.pexels.com}
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