Tracciare le zanzare? Con l’app MosquitoAlert si può
Nella task force del progetto Sapienza e Università di Bologna, insieme a Istituto Superiore di Sanità (Iss), Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZSVe) e Muse
Era il 1897 e Ronald Ross vinceva un Nobel per aver scoperto che a veicolare il plasmodio della malaria sono le zanzare del genere Anopheles. Ne è passato di tempo, ma l’attenzione verso i culicidi resta alta, dati i correlati rischi sanitari. Oltretutto l’Italia è, al momento, tra i paesi europei più infestati dalle zanzare che, oltre al prurito provocato delle punture possono fare ben di peggio, essendo vettori di pericolosi patogeni per esseri umani e animali.
Perché è così importante il tracciamento delle zanzare? Mai come ora lo è, anche per indirizzare al meglio le disinfestazioni. Complici la globalizzazione e il cambiamento climatico, infatti, possono spostarsi da un territorio all’altro nuove specie di vettori. Un esempio è quello delle zanzare invasive del genere Aedes che trasmettono, tra gli altri, i virus esotici Chikungunya, Dengue e Zika all’essere umano: elaborato un Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (trasmesse da artropodi). Esiste inoltre un Centro di referenza nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali, Cesme, all’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise. Anche il genere Culex può trasmettere virus, come nella West Nile disease, a esseri umani e alcune specie animali. Senza dimenticare che le zanzare trasmettono anche altri patogeni, già noti in ambito veterinario, come i nematodi Dirofilaria immitis (agente di filariosi cardiopolmonare di cane e gatto) e D. repens (forma sottocutanea), con potenziale zoonotico. E nella leishmaniosi? I vettori non sono le zanzare ma altri ditteri nematoceri, i cosiddetti pappataci (Phlebotomus spp.).
Insomma un bel problema collettivo, le zanzare, da affrontare con un approccio multidisciplinare one health. E in un’ottica di sensibilizzazione nel 2014 nasce in Spagna MosquitoAlert, app ora scaricabile gratuitamente anche in Italia. Gli altri partner dell’iniziativa, oltre a Iss e Sapienza, sono Università di Bologna, IZSVe e Muse di Trento. Sapienza ricopre un ruolo centrale nel progetto europeo Aim-Cost, sotto il coordinamento di Alessandra della Torre del Dipartimento di sanità pubblica e malattie infettive.
Come funziona l’app? Il cittadino potrà scattare una fotografia alla zanzara in cui s’imbatte, oppure inviare l’intero esemplare da far esaminare agli esperti. È anche possibile segnalare punture o raccolte d’acqua stagnante, che rappresentano dei veri e propri siti riproduttivi dell’insetto. In cambio, si riceveranno informazioni sulla specie immortalata nello scatto e sui connessi rischi sanitari. Si avrà anche accesso alla mappatura delle specie già identificate sul territorio. L’unione fa la forza, è proprio il caso di dirlo, in questo progetto partecipato che vede la collaborazione di cittadini e scienziati.
Per diffondere la conoscenza di MosquitoAlert, gli studenti del corso di laurea in Comunicazione Scientifica Biomedica di Sapienza, sotto la guida di Michela Liuccio, l’11 maggio scorso hanno lanciato una campagna social con l’hashtag #scattalazanzara. E poi, il primo giugno, anche un seminario online per promuoverne l’utilizzo. Intanto, il Muse ha avviato un progetto sulla zanzara tigre (Aedes albopictus) nella scuola media Pedrolli di Gardolo, in cui gli allievi hanno imparato a utilizzare strumenti di monitoraggio quali microscopi e ovitrappole.
Come dichiara Beniamino Caputo della task force di Sapienza, “l’Italia è certamente uno dei paesi europei in cui il rischio di un aggravarsi della trasmissione di malattie da vettore è più elevato”. Speranze per il futuro? Che, accanto ad altre misure istituzionali, MosquitoAlert possa consolidarsi come strumento di citizen science per ottenere dati utili alla sorveglianza delle zanzare e delle malattie di cui sono vettori, affiancando agli scienziati dei cittadini attivi e consapevoli. Di qualsiasi età.
Immagine in evidenza: Zanzara comune (Culex pipiens), modificata. Credits: commons.wikimedia.org
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