Nobel

Un Nobel dietro la cattedra

A partire dal 2017 i cinque migliori docenti italiani si aggiudicheranno un gruzzoletto a tre zeri da spendere all’interno delle proprie scuole

Tanto tuonò che piovve un Nobel anche ai docenti meno tutelati d’Europa: i professori italiani. La riscossa degli insegnanti parte dall’annuncio di un riconoscimento a loro dedicato. Lo scorso 13 marzo il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, infatti, ha comunicato, sulle pagine del Corriere della sera l’istituzione di un premo da cinquantamila euro per il docente italiano più bravo.

Il ministro ha dato la notizia dell’omaggio alla categoria in occasione della giornata del «Global Teacher Prize», il premio internazionale riservato agli insegnanti messo in palio dalla «Varkey Gems Foundation» (organizzazione non-profit con sede a Londra che opera per migliorare gli standard di istruzione dei bambini svantaggiati) e assegnato quest’anno a Dubai. Il Nobel italiano sarà conferito da una commissione di esperti individuata dal Miur. La rosa dei premiati comprenderà anche altri quattro nomi a cui saranno destinati rispettivamente trentamila euro.

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Le prime candidature saranno aperte a primavera e i docenti non potranno autocandidarsi ma dovranno essere segnalati da un collega o dagli studenti. Un vincolo di destinazione riguarderà però le somme guadagnate: il gruzzoletto potrà essere destinato solo per realizzare progetti educativi all’interno delle rispettive scuole. Una bella differenza rispetto al premio della «Varkey» da un milione di dollari che viene, invece, elargito al singolo docente per un utilizzo del tutto personale, a condizione che il vincitore continui a insegnare per almeno altri cinque anni.