Addio ad Harry Kroto, lo scienziato con la curiosità di un bambino
La comunità scientifica piange il premio Nobel per la chimica, venuto a mancare all’età di 77 anni
“Era uno scienziato visionario. Era un portavoce formidabile per la scienza. Era semplicemente una brava persona.” Queste le parole di Don Huffman, professore dell’Arizona University, per descrivere Harold Kroto, Nobel per la chimica, scomparso nell’aprile scorso. Richard Dawkins, suo amico e uno dei maggiori esperti del neodarwinismo aggiunge: “si dice che gli scienziati abbiano bisogno della curiosità di un bambino. Di curiosità Harry ne aveva, e da vendere”. Uno dei suoi studenti, Jonathan Hare, lo ricorda così: “Era un interessante mix di chimica, spettroscopia e astronomia. Aveva tutti questi interessi”. L’astrochimica, lo studio cioè della composizione e delle proprietà chimico-fisiche delle nubi interstellari, era infatti la sua passione. Tuttavia il Nobel gli valse per la scoperta delle “bucky-balls”, molecole sferiche composte da 60 atomi di carbonio disposti ai vertici di esagoni e pentagoni, che ricordano la forma di un pallone da calcio. Soprannominate inizialmente “soccerene”, da “soccer”, “calcio” in inglese, Kroto decise poi di battezzarle col nome di Buckminsterfullerene o più semplicemente fullerene, per la loro somiglianza con le cupole geodetiche disegnate dall’architetto americano Buckminster Fuller.
Nato in Gran Bretagna nel 1939 da padre originario della Slesia e da madre ebrea che avevano dovuto abbandonare la Germania per sfuggire alle leggi razziali, fin da piccolo mostrò una vivace intelligenza che applicava a giochi complessi per la costruzione di ingegnosi modellini. Un’attitudine che si sarebbe sviluppata sul versante degli studi di chimica, da quella organica a quella quantistica, fino agli esiti che lo avrebbero portato a condividere nel 1996 con Robert Curl e Richard Smalley il Nobel per l’individuazione del fullurene. Questa scoperta significò per Kroto l’abbandono del suo sogno di creare uno studio di design grafico (attività che comunque aveva svolto sin da quando era all’università) e ha aperto nuove vie alla ricerca scientifica, che vanno dal perfezionamento dei razzi a combustibile a quello delle tecniche per la cura dell’Aids.
Kroto si ricorda, infine, anche per l’impegno speso per promuovere la comunicazione scientifica, in particolar modo quella rivolta ai bambini. Diana Leitch, chimica e amministratrice del Science and Discovery Centre Catalyst, porta ad esempio un evento organizzato nel 2014. I bambini presenti erano circa un centinaio e furono così ispirati dall’intervento dello scienziato che costituirono un “club–doposcuola” di scienza e ingegneria, realizzato anche grazie ai fondi della Royal Society of Chemistry, di cui Kroto era presidente.
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