Richard Feynman, quando la scienza è divertimento e immaginazione
Creativo, irriverente e anticonformista, Richard Feynman è stato uno dei fisici più influenti del ventesimo secolo
«Esistono due tipi di geni, i “normali” e i “maghi” […] con i maghi, anche se comprendiamo ciò che hanno fatto, il procedimento che hanno seguito ci rimane completamente oscuro […] Richard Feynman è un mago di altissimo calibro». L’opinione di Marc Kac – matematico e suo collega – riassume in modo chiaro chi era Richard Feynman.
La formazione scientifica di Feynman è precoce. Nel 1939, ad appena 21 anni, si laurea in fisica al MIT di Boston e pubblica un articolo in cui sviluppa un metodo originale per analizzare le interazioni tra le molecole (tuttora in uso). Dal 1939 al 1942 studia a Princeton, dove inizia a occuparsi dell’applicazione dei principi e metodi della meccanica quantistica ai fenomeni elettromagnetici – la cosiddetta elettrodinamica quantistica (QED). La guerra interrompe la sua carriera universitaria: come molti suoi colleghi, Feynman viene reclutato nel progetto Manhattan. Nonostante la sua poca propensione alla disciplina militare (negli anni trascorsi a Los Alamos, si prenderà spesso beffe dell’ufficio censura) e i suoi modi poco ortodossi (quando aveva bisogno di informazioni, non esitava a scassinare le serrature dei classificatori), Feynman diventa il responsabile di un gruppo incaricato del posizionamento delle cariche esplosive necessarie per attivare la reazione a catena. In poco tempo sviluppa un ingegnoso quanto efficace sistema per velocizzare calcoli piuttosto complessi che viene considerato l’antesignano dei moderni algoritmi utilizzati per risolvere problemi di larga scala su supercomputer.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Feynman ritorna alla vita accademica e riprende a lavorare all’elettrodinamica quantistica. In quegli anni, la QED era ancora una teoria incompleta: spesso le predizioni risultavano incompatibili con gli esperimenti e man mano che venivano eseguiti calcoli più accurati le discrepanze aumentavano. Feynman riparte dalle fondamenta della QED e sviluppa un modo del tutto originale per ottenere le predizioni teoriche: immagina che su scala subatomica gli eventi possono essere rappresentati da diagrammi in cui le linee rappresentano le traiettorie delle particelle e i vertici le loro interazioni. Dopo un’iniziale scetticismo da parte della comunità scientifica, Feynman riesce a dimostrare l’efficacia di questo metodo (calcoli che prima richiedevano mesi di duro lavoro potevano essere svolti in meno di una giornata), contribuendo a rendere la QED una delle teorie più accurate della storia della fisica e creando uno strumento straordinariamente versatile ed efficace (i diagrammi di Feynman sono utilizzati in vari settori, dalla fisica dello stato solido all’astrofisica). Per i suoi contributi alla QED, nel 1965 Richard Feynman riceve – insieme a Julian Schwinger e Shin’ichiro Tomonaga – il premio Nobel per la fisica.
Un approccio irriverente, animato da una curiosità senza pregiudizi si manifesta in un tutti gli aspetti (scientifici e non) della vita di Feynman. Oltre alla QED, Feynman ha dato contributi originali e significativi in almeno altri tre settori della fisica: le interazioni deboli, la superfluidità e la fisica dei quark. Come insegnante, Feynman ha sviluppato uno stile unico, quasi teatrale. Questo stile lo ha reso talmente popolare che negli anni Sessanta le sue lezioni vennero trasmesse via cavo e successivamente raccolte in un’opera in più volumi – The Feynman Lectures on Physics – tuttora ritenuta un libro di testo indispensabile. Negli anni Ottanta, Feynman diventa anche un personaggio “televisivo”: con la BBC, è protagonista di ben due documentari e di una serie di sei brevi interviste.
Nel 1986, Feynman compie la sua ultima “impresa” che lo rende famoso anche al pubblico dei non-esperti. Il 28 gennaio, dopo pochi secondi dal decollo, la navetta spaziale Challenger esplode in volo. Viene subito nominata una commissione d’inchiesta e a Feynman viene chiesto di farvi parte. Spinto dalla sua proverbiale e irriverente curiosità, si mette subito al lavoro e in poco tempo scopre la causa dell’incidente (ironia della sorte, grazie anche all’aiuto di Donald Kutyna, un generale dell’esercito). Meno di due settimane dopo l’incidente (11 febbraio), durante una seduta pubblica, con un autentico coup de théâtre Feynman svela la sua scoperta guadagnandosi il giorno dopo un’intera pagina sul “New York Times”.
Dopo una decennale lotta contro il cancro, Richard Feynman muore il 15 febbraio 1988.
[…] la prima volta: la studentessa ci aveva già provato nel 2016 con un video sull’integrale di Feynman, con cui aveva riscosso grande successo tra il pubblico, classificandosi tra i primi sei. […]