Elizabeth Blackburn: la “regina dei telomeri” e della longevità
Nel 2009 Elizabeth Blackburn vince il Nobel per la medicina grazie alle sue ricerche sui telomeri e l’enzima telomerasi
Vivere bene e a lungo: a chi non piacerebbe? Elizabeth Blackburn, dell’università della California, ha scoperto il meccanismo che provoca l‘invecchiamento cellulare e le strategie per ostacolarlo. I risultati delle sue ricerche sono usati in studi sulla longevità e nella cura di malattie come il cancro.
Elizabeth Blackburn nasce nel 1948 a Hobart, capitale della Tasmania. È la seconda di sette figli. Ama leggere e osservare la natura che la circonda. I suoi genitori sono entrambi medici e da loro impara “che nella carriera uomini e donne sono equivalenti”. Decide che saranno due i suoi obiettivi nella vita: studiare il mondo che la circonda e impegnarsi per far sì che donne e uomini abbiano gli stessi diritti sul lavoro. Si laurea in biochimica all’università di Melbourne e consegue il dottorato in biologia molecolare all’università di Cambridge con la supervisione di Frederick Sanger. Nel laboratorio di tesi conosce John Sedat che diventerà suo marito. Si trasferiscono negli Stati Uniti e Blackburn lavora prima all’università di Yale e poi in quella della California.
Elizabeth è ancora una giovane studentessa quando nel 1971 Alexey Olovnikov descrive per la prima volta i telomeri (sequenze di Dna ripetute e non codificanti per proteine poste all’estremità dei cromosomi). Non può immaginare che questi “cappucci” posti alle estremità dei cromosomi diventeranno il centro della sua attività di ricerca. Il suo lavoro prosegue con successo, ma saranno due collaborazioni fortunate a renderle rivoluzionarie.
Il primo dei due incontri che cambieranno la sua ricerca è quello con Jack W. Szostak dell’università di Harvard. La collaborazione tra i due ricercatori permetterà di chiarire la funzione dei telomeri: grazie a queste strutture, ad ogni divisione cellulare, si evita la perdita di materiale genetico. “Hanno la stessa funzione dei cilindretti di plastica alle estremità dei lacci da scarpe: proteggono la doppia elica del Dna e gli impediscono di sfilacciarsi” dirà Elizabeth in un’intervista.
Ma a Elizabeth non basta sapere come funzionano i telomeri, vuole capire anche con che meccanismo si mantengono nel tempo. Ed ecco il secondo incontro fortunato: quello con Carol Greider, sua dottoranda. Le ricercatrici individuano un enzima, la telomerasi, che sintetizza le sequenze di Dna che formano i telomeri. Elizabeth e Carol capiscono anche che nelle cellule cancerogene, la telomerasi diventa un’arma a doppio taglio. La sua iperattività, infatti, permette a queste cellule di dividersi all’infinito senza che i telomeri si accorcino. Da questi risultati sono partiti studi per terapie contro il cancro che spengono la telomerasi.
I tre ricercatori vincono il premio Nobel nel 2009 “per la scoperta di come i cromosomi sono protetti dai telomeri e l’azione dell’enzima telomerasi”. È la prima volta che due donne ricevono contemporaneamente il Nobel per la medicina. Questo traguardo realizza il sogno di Elizabeth di vedere donne e uomini equivalenti nella carriera.
Blackburn diventa ben presto famosa per le sue ricerche, tanto da essere soprannominata la “regina dei telomeri”. A chi le chiede il segreto della longevità, risponde così: “Ad oggi è ancora impossibile produrre un elisir di giovinezza. Si può però puntare ad una difesa naturale dei telomeri, ad esempio evitando stress e svolgendo attività fisica regolare”.
Credits immagine in evidenza: Ted
Come si fa ad offrirsi volontari per tali sperimentazioni scientifiche?