Artur Ashkin, Nobel per la fisica: “Energia rinnovabile a basso costo? È possibile”
In un’intervista rilasciata a Business Insider, il premio Nobel più anziano di sempre racconta il suo nuovo progetto per produrre energia elettrica rinnovabile a basso costo
96 anni e non sentirli: nonostante l’età, Artur Ashkin ha ancora voglia di nuove sfide: il vulcanico premio Nobel più anziano di sempre (ha ricevuto l’onorificenza per la fisica nel 2018, grazie ai suoi studi sulle pinze laser negli anni ‘80) ha dichiarato in un’intervista per il sito internet Business Insider di aver trovato un modo semplice ed economico per produrre energia elettrica rinnovabile: dei tubi che agiscono come collettori di energia solare solari, che intensificano i raggi del sole e che possono rendere i pannelli molto più efficienti. Ashkin non ha voluto rivelare i dettagli della sua nuova idea (perché, sostiene, il brevetto deve essere ancora approvato) e ha intenzione di fornire altre informazioni in un articolo da pubblicare sulla rivista Science. Ha anche dichiarato di essere fiducioso che la sua nuova tecnologia si diffonderà in tutto il mondo, data la possibilità di produrre energia rinnovabile a basso costo, facendo notare come “i tubi costano solo pochi centesimo di dollaro ciascuno”.
Non è la prima volta che Ashkin studia i possibili usi della luce. Lo scienziato si è aggiudicato il premio Nobel per la fisica proprio per i suoi studi sulle pinze laser, strumenti che consentono di creare delle “trappole di luce”, con le quali è possibile afferrare, spostare e allungare qualsiasi “oggetto” microscopico (dal Dna agli esseri viventi) per poterne studiare le proprietà, senza danneggiarlo. Le pinze laser hanno trovato diverse applicazioni; per esempio, sono state utilizzate per realizzare un test per la malaria e per scoprire come alcuni medicinali per la riduzione del colesterolo possano indebolire i nostri globuli rossi. In aggiunta a ciò, Ashkin ha anche pubblicato 47 brevetti su tecnologie perlopiù basate sull’uso della luce.
Le perplessità non sono poche, dato il fatto che Ashkin ha lavorato su questo progetto all’interno del suo laboratorio casalingo. Ciononostante, Marcus Weldon (l’attuale presidente della Nokia Bell Labs, società per la quale Ashkin ha lavorato e svolto diverse ricerche dagli anni’70 fino al 1992) si è detto fiducioso del progetto. “I grandi intelletti di solito non riposano mai”, ha spiegato. “È chiaro che [Ashkin] stia cercando di risolvere dei grandi problemi anche dopo il suo Nobel”. In aggiunta, il laboratorio del fisico statunitense, localizzato nella sua residenza nel New Jersey, è comunque fornito di diversi strumenti donati dalla stessa Nokia Bell Labs; di conseguenza, possiede materiali adeguati alla sua ricerca.
I sistemi a concentrazione solare convertono l’energia solare in termica usando specchi e lenti per concentrare i raggi del sole in un’area piccola, nella quale è presente una macchina termica che la converte in calore. Al momento questa tecnologia non è molto utilizzata perché è più costosa rispetto ai classici pannelli solari fotovoltaici. Quindi, se l’idea di Ashkin dovesse funzionare, potrebbe effettivamente far risparmiare parecchio denaro. Staremo a vedere.
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