Premio Nobel per il fuoco

Premio Nobel per il fuoco

di Bruno Bonzano, Pietro Botto, Luca Guazzotti e Alberto Racerro, III LI, Istituto Superiore Ascanio Sobrero, Casale Monferrato

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.

“Il fuoco è un simbolo naturale di vita e passione, sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa davvero vivere.”
-Susanne K. Langer 

Introduzione:
Per la prima volta nel 1901, la fondazione per la gestione del patrimonio di Alfred Nobel insignì i maggiori “servitori dell’umanità” con il Premio Nobel. Diventato riconoscimento di enorme prestigio a livello mondiale, l’assegnazione del Premio Nobel è sinonimo di memoria eterna e fonte di inestinguibile orgoglio per chi lo vince.
Sfortunatamente, sono innumerevoli le invenzioni e le scoperte degne, ma mai premiate con questo pegno di infinita gratitudine, a causa della morte del destinatario o nel caso di conquiste precedenti il ⅩⅩ secolo. Questi importantissimi servizi resi all’umanità ci hanno portati, passo dopo passo, ad essere circondati da mille agi e comode tecnologie, ma quante di queste scoperte ci sarebbero state se l’umanità non avesse mai raggiunto la sua più grande conquista, ovvero quella di essere tale?
L’essere “umani”, infatti, non è una caratteristica presente nel regno animale, in quanto sintesi di una singolare abilità di raziocinio, immaginazione, creatività e capacità di problem-solving. Immaginiamoci una scimmia che non riesce a cacciare un cervo perché troppo vigile e difficile da avvicinare: potrebbe morire di fame… Oppure potrebbe legare una corda ad un bastone piegato, incoccare un ramo appuntito e mirare al collo dell’animale, procurandosi da mangiare.
Secondo uno studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences” da parte dell’Università dello Utah, la completa evoluzione umana da bestia a essere pensante sembra essere stata innescata dalla padronanza del fuoco.

Origine del fuoco
Secondo i miti più antichi, l’uomo ottenne il fuoco rubandolo agli dei grazie all’aiuto di entità divine, sottolineando come l’importanza attribuita al fuoco rasentasse il divino, come nel caso di Prometeo nella Mitologia Greca o in quello dell’angelo Azazel, mito trattato nel Libro di Enoch, brano apocrifo un tempo facente parte della genesi.
Il termine fuoco deriva dal latino “focus”, sebbene se ne trovi corrispondenza anche nel termine “ignis”, di origine latina, e in Vrika (वृक), parola sanscrita comunemente interpretata col significato di “fuoco” o “lupo”.

Utilizzi e ruolo del fuoco nell’evoluzione umana
Fin dall’antichità, il fuoco è stato utilizzato per cuocere i cibi e renderli commestibili, per disinfettare gli strumenti in ambito medico, per curare le infezioni, per bollire l’acqua e sanificarla dagli agenti patogeni, per cremare i cadaveri impedendo il diffondersi di epidemie e per difendersi dagli animali, impauriti dalle fiamme.
Un’altra importante conquista permessa dal fuoco fu cuocere la ceramica, i laterizi e modellare i metalli, creando spade, punte di frecce, gioielli, utensili agricoli e quotidiani.
La scoperta e la gestione del fuoco hanno inoltre incrementato la lunghezza delle giornate. I nostri antenati, infatti, avevano più tempo per coltivare le loro passioni e per potersi distrarre da doveri e responsabilità, restando svegli fino a notte fonda per chiacchierare, prendere decisioni di gruppo e raccontarsi storie: diversi studi hanno dimostrato come il racconto storie di fantasia costituisca solamente il 6% dei discorsi giornalieri, mentre di notte si abbia un notevole incremento, arrivando fino al 75%. Di notte nascono spettacoli di intrattenimento di vario genere, come la giocoleria e i fuochi d’artificio; gli uomini ballano, cantano, si rilassano e superano tutti quei conflitti nati e sviluppati nel corso della giornata. Davanti a quelle fiamme nascono quindi i primi veri legami, di pari passo con un linguaggio complesso, in grado di permetterci, a lungo andare, di sviluppare immaginazione, creatività e scrittura.

Vincitore del premio Nobel per la conquista del fuoco
“OH 12”, conosciuto anche come “Pinhead“, è uno dei pochi fossili di Homo Erectus ritrovati fino ad oggi. Scoperto da Margaret Cropper nel 1962 in Tanzania, Pinhead è minuto e completo nel suo corredo scheletrico. Essendo la prima testimonianza certa della gestione del fuoco risalente a circa 400.000 anni fa e la sua età compresa tra i 600 000 e gli 800 000 anni, Pinhead è forse il fossile di questa specie più prossimo alla scoperta del fuoco, meritandosi quindi l’assegnazione del premio Nobel per la scoperta che diede inizio all’era dell’uomo.

Credits immagine: Aliaksei Lepik on Unsplash