La donna dei due nobel
di Mickael Mero Pico, Classe 3J, IIS Di Vittorio – Lattanzio, Roma
Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.
Marie Curie, con la sua vita fuori dall’ordinario e per il suo instancabile impegno nella ricerca, è riuscita ad ottenere risultati eccezionali per la scienza ed è stata insignita di due Nobel.
Marie Salomea Sklodowska nacque il 7 Novembre del 1867 in Polonia a Varsavia e da giovane si trasferì a Parigi dove si laureò in matematica e fisica alla Sorbona. Nel 1897 sposò Pierre Curie, un fisico nato a Parigi nel 1859. È stata la prima donna ad aver vinto due premi Nobel: il primo per la fisica e il secondo per la chimica. Marie Curie morì il 4 Luglio del 1934 a Sancellemoz, in Francia. Marie Curie fu una chimica e fisica che si occupò della radioattività e condusse delle ricerche con suo marito nell’ambito degli effetti delle variazioni di temperatura sulle proprietà magnetiche dei corpi.
Marie Curie nel 1903 vinse il premio Nobel per la fisica con il marito Pierre e nello stesso anno lo vinse anche Antoine Henri Becquerel. Marie Curie con il marito attrezzarono un laboratorio di fortuna, dotato di strumenti rudimentali, per condurre gli studi nel campo della radioattività naturale, scoperta da Becquerel nei sali di uranio.
Nel 1911 vinse un premio Nobel per la chimica. Nello stesso anno Antonius van den Broek propose l’idea che gli elementi siano disposti nella tavola periodica secondo la carica nucleare positiva anziché il peso atomico. Nel 1911 lo scienziato neozelandese Ernest Rutherford bombardò una sottilissima lamina di oro con raggi alfa. Le particelle alfa positive passavano nel 99% dei casi attraverso la lamina d’oro senza subire deviazioni. In qualche caso venivano deviate con angoli superiori a 90° e, in un caso su 8000, venivano respinte indietro.
Marie Curie pervenne alla scoperta del polonio durante il saggio per il contenuto dell’uranio della pechblenda, rendendosi conto che alcuni campioni erano più radioattivi di quanto lo sarebbero stati se costituiti di uranio puro. I Curie decisero di esaminare tonnellate di pechblenda e nel luglio del 1898 riuscirono a isolare una piccola quantità di polvere nera avente attività specifica pari a circa 400 volte quella dell’uranio, si trattava di un nuovo elemento, ovvero il polonio. Il radio venne scoperto mentre i Curie stavano studiando la pechblenda e dopo aver rimosso tutto l’uranio, trovarono che il materiale era ancora radioattivo e lo isolarono puro nel 1902.
Il polonio, insieme al berillio può essere usato per creare una sorgente di neutroni ed è stato utilizzato nelle armi nucleari. Il radio è usato nella vernice luminescente e in medicina per curare il cancro.
Grazie al lavoro di questa scienziata nel campo della radioattività, si ha una approfondita conoscenza delle radiazioni. Sappiamo che ci sono radiazioni artificiali e radiazioni naturali. Si conoscono gli effetti dannosi ma anche gli effetti terapeutici. La passione per lo studio e la grande determinazione hanno portato questa donna ad essere una delle scienziate più importanti, vincendo due premi Nobel. La sua storia dimostra che per ottenere grandi risultati bisogna lavorare tanto.
credits immagine: antigone cultura
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