Edoardo Amaldi
di Tommaso Giuffrida, II M, Liceo Scientifico Talete, Roma
Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.
Da anni a scuola studiamo molte delle materie scientifiche, e impariamo a conoscere i loro protagonisti. Molti di noi riconosceranno subito i nomi di Galileo, Einstein, Newton, tutte personalità diverse fra loro, ma che hanno completamente rivoluzionato la comunità scientifica.
Spesso però ci sono altri nomi, dimenticati dalla maggior parte delle persone, che hanno contribuito in modi differenti ma altrettanto rilevanti. Uno di questi nomi è quello di Edoardo Amaldi, fisico di fondamentale importanza nell’Italia e nell’Europa del dopoguerra.
I ragazzi di via Panisperna e la guerra
Amaldi fece infatti parte di un gruppo di ricerca nato negli anni ‘30 e ‘40, i ragazzi di Via Panisperna, i quali si occuparono soprattutto di fisica delle particelle; tra cui ci fu anche il premio Nobel Enrico Fermi. Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, il gruppo si separò: alcuni andarono in Canada, altri in America, ma Amaldi decise di restare in Italia per continuare le ricerche. Scelse addirittura di non occuparsi più della fissione nucleare in modo da non dover lavorare per i nazi-fascisti. Nonostante i bombardamenti, nonostante le minacce della guerra, riuscì insieme ad altri due fisici a continuare gli esperimenti sulla particella inizialmente denominata “mesotrone”.
Sicuramente non fu un periodo semplice: infatti, a causa del bombardamento di San Lorenzo, il gruppo di ricercatori si dovette spostare negli scantinati del Liceo Virgilio, in quel periodo occupato dagli studenti, isolato dal resto della comunità scientifica e con attrezzatura quasi insufficiente. I risultati di queste ricerche vennero comunicati alla fine della guerra, e diedero inizio alla fisica sperimentale delle particelle elementari.
Dopo il grande conflitto
Dopo la guerra, Amaldi rimase in Italia (rifiutò addirittura una cattedra all’università di Chicago) per risollevare l’ambiente scientifico europeo. Si impegnò in prima persona per raccogliere finanziamenti da vari privati (tra cui anche la Fiat e l’Olivetti) in modo da costruire il laboratorio Testa Grigia, situato sul monte Cervino. Inoltre, fu lui a dare vita a molte istituzioni di spiccata importanza nel mondo della fisica, tra cui l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e il CERN, senza dimenticare il progetto ESRO, nato come contributo Europeo alla guerra fredda, che diventerà poi l’ESA (European Space Agency).
A lui vengono attribuiti anche parte dei meriti della costruzione del SincroCiclotrone (del Cern) e dell’acceleratore di particelle a Frascati, il primo in Italia che si potesse ritenere di un livello competitivo.
Edoardo Amaldi fu direttore del Centro di Fisica Nucleare del CNR, presidente del Comitato Scientifico dell’Euratom, presidente dell’INFN, Presidente dell’Unione Internazionale di Fisica Pura ed Applicata, primo segretario generale del CERN, presidente dell’International School On Disarmament And Research on Conflicts e presidente dell’Accademia dei Lincei. Ma nonostante tutto, continuò sempre a fare ricerca e a guardare al futuro.
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