Montagnier: “La vaccinazione di massa porta a nuove varianti del Covid 19”
Luc Montagnier, premio Nobel e idolo dei novax torna con nuove affermazioni. Questa volta sulle vaccinazioni di massa che a suo parere portano allo sviluppo di varianti del Covid 19
Questa nozione antiscientifica è rimbalzata in lungo e in largo, nelle varie settimane, finendo per essere parafrasata dai politici nelle loro interviste. Questo perché chi l’ha messa in circolazione è una fonte che appare ai più autorevole, ovvero un premio Nobel per la medicina.
Luc Montagnier è un virologo francese, che nel 1983 riuscì a isolare l’Hiv. Per questo vinse il Nobel per la medicina nel 2008. Già all’epoca manifestò comportamenti poco trasparenti nel tentativo di attribuirsi il totale merito della scoperta. La sua condotta in quell’occasione ha dato indirettamente sostegno alle bufale sull’origine dell’Aids e sul negazionismo dell’Hiv stesso.
Tutt’oggi Montagnier sta fruttando la sua immagine ed il suo titolo per alimentare fake news a cui la politica italiana sta facendo da cassa di risonanza. Tra queste, oltre alla frase già sopra citata abbiamo: “i vaccini che causano l’autismo, che hanno una correlazione con il cancro, che porterebbero a malformazioni nei feti e che non sono sicuri perché non hanno avuto un tempo di sperimentazione adeguato» tutte dichiarazioni smentite ampiamente dai suoi colleghi del campo e dai dati scientifici ottenuti.
Purtroppo l’unica conseguenza concreta di tutta questa confusione mediatica è che le persone hanno perso la fiducia nella scienza. “Ma Montagnier è un premio Nobel”, ribattono a gran voce i sostenitori della “dittatura sanitaria”. Specifichiamo che un premio Nobel al di fuori della sua specializzazione tecnica per cui ha vinto il su detto premio non è altro che un comune scienziato. Non può quindi essere al di sopra della comunità scientifica stessa, o peggio ancora pretendere di andare contro le evidenze scientifiche appurate senza portare alcuna prova a sostegno delle sue tesi. In ogni caso non è il primo Nobel a sostenere tesi antiscientifiche. Solo per fare due esempi, il premio Nobel Watson (lo scopritore della molecola del Dna) sostiene ancora oggi che i bianchi sono più intelligenti dei neri, mentre il premio Nobel Mullis (l’inventore della Pcr) si è sempre dichiarato scettico sul cambiamento climatico.
Ma tornando alle dichiarazioni iniziali il presidente Iss Silvio Brusaferro ribadisce che «i vaccini, proteggono anche dallo sviluppo delle nuove varianti». Gli fa eco l’immunologo Mauro Minelli, coordinatore per la Fondazione per la Medicina personalizzata: “I procedimenti che portano alla genesi di nuove varianti sono eventi del tutto naturali, prodotti da mutazioni assolutamente casuali. Che sono totalmente indipendenti dalla vaccinazione. Lo dimostrano i dati storici recenti secondo i quali la prima variante è comparsa nel Regno Unito nel settembre 2020, quando di vaccini anti Covid in giro non c’era traccia. A seguire, in Africa e in Brasile, dove sono emerse le varianti Beta e Gamma, la popolazione era quasi completamente non vaccinata. Così come in India dove alla comparsa della variante Delta, la popolazione all’epoca vaccinata era meno del 5%”. Potremmo quindi affermare tutto l’opposto, che i veri responsabili della comparsa delle varianti sono proprio i non vaccinati. Non essendo coperti a livello immunitario danno più possibilità al virus di replicarsi nel loro organismo. Più ciò accade, più quei processi naturali che portano allo sviluppo delle mutazioni possono avvenire.
Luigi Suglia,
alla luce dei dati odierni credo sia doveroso che si scusi per quello che ha pubblicato.
Poi, l’intelligenza é una dote soggettiva, faccia lei.