Le donne sono un’innovazione?
Futuro e donne, ovvero infrangere il soffitto di Cristallo. Antonella Polimeni e Cristiana Pulcinelli ne discutono all’evento Donne e Scienza al Palazzo delle Esposizioni, Roma.
Nella cornice del Palazzo delle Esposizioni è andato in scena l’evento Donne & Scienza, al quale hanno partecipato Antonella Polimeni, Magnifica Rettrice di Sapienza e Cristiana Pulcinelli, giornalista professionista e scrittrice. Nel corso dell’incontro si è percorso un viaggio nella storia delle donne nella scienza, partendo dal passato, passando per il presente e cercando di capire cosa riserverà il futuro.
di Diego Parini e Mattia La Torre
Nella cornice del Palazzo delle Esposizioni è andato in scena l’evento Donne & Scienza, al quale hanno partecipato Antonella Polimeni, Magnifica Rettrice di Sapienza e Cristiana Pulcinelli, giornalista professionista e scrittrice. Nel corso dell’incontro si è percorso un viaggio nella storia delle donne nella scienza, partendo dal passato, passando per il presente e cercando di capire cosa riserverà il futuro.
Il passato è stato segnato dalla forte difficoltà delle donne di entrare a far parte del mondo scientifico. Questo particolare lo si nota molto bene anche osservando le opere della mostra “Tre stazioni per Arte e Scienza”, all’interno del Palazzo delle Esposizioni. “La mancanza di figure ed elementi femminili si fa sentire”, così Pulcinelli ha introdotto l’evento. Ma non bisogna stupirsi. Le donne sono state escluse dalla conoscenza, non solo scientifica. Basti pensare che fino al ventesimo secolo non avevano il diritto di voto e l’accesso alle università è arrivato solamente a fine 800’. “Un divario difficile da colmare” ha commentato Pulcinelli, in merito a questo “mondo delle scienze” senza donne.
Sulla presenza femminile la Rettrice Polimeni ha definito l’Italia “antesignana”, poiché la prima laureata al mondo era padovana, laureata in filosofia, e la prima docente donna è stata un’italiana, verso la fine del 700’. “Il percorso delle donne per entrare nel mondo accademico è stato pieno di ostacoli”, dice. La presenza del magistero, scuole dedicate esclusivamente alle donne; le applicazioni tecniche dove le donne facevano l’uncinetto e i maschi i circuiti; il liceo solamente come privatiste, poiché alle donne erano riservati gli studi umanistici. Le materie scientifiche erano precluse. “Il tema dello stereotipo parte da lontano” ha continuato la Rettrice, “è interiorizzato e quindi si dà per scontato che le ragazze – si è dato per scontato per molto tempo – non siano adatte alle materie scientifiche”. Tuttavia, nella storia le donne hanno comunque dato un forte contributo alla scienza, viene infatti citata Rosalind Franklin. Grazie ai suoi studi di cristallografia, sono state messe le basi per la doppia elica del Dna, che valse nel 1953 il Nobel a Watson e Crick. “Dei passi in avanti sono stati fatti”, ha concluso la Rettrice.
Passando al presente, Pulcinelli ha messo in luce dei dati molto preoccupanti, riguardanti soprattutto i paesi in via di sviluppo. “Due terzi dell’analfabetismo è femminile. Una ragazza su dieci non è mai andata a scuola. Una ragazza su sei non ha mai completato l’istruzione primaria”.
Il Premier Draghi ha recentemente detto che in Italia solo una ragazza su cinque sceglie le materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Però, le ragazze entrano in università con voti migliori; hanno un percorso di scuola media superiore con dei curricula migliori; si laureano prima e con voti migliori, su tutte le aree del sapere. A questo proposito ha commentato la Rettrice “Questo dato deve essere utilizzato per sostenere le ragazze nell’empowerment, con la convinzione di poter acquisire autorevolezza e abbattere il soffitto di cristallo”. Ed è proprio quello che la strategia di Sapienza per il gender equality plan sta portando avanti. “Abbiamo istituito borse di studio per cento ragazze fuori sede, iscritte alle lauree STEM con punteggi alti. Un contributo molto importante”, ha spiegato la Rettrice, aggiungendo che il progetto è stato seguito dal Prorettore Vicario Giuseppe Ciccarone. Inoltre, che un elemento importante della sua idea di parità è: “quando si parla di donne, problemi di gender gap e pari opportunità, si riuniscono coacervi di donne. L’inclusività va declinata anche nella condivisione tra sessi dei problemi. Io ho fortemente voluto che il gruppo di lavoro fosse coordinato da un uomo”.
Riprendendo il tema del soffitto di cristallo che, purtroppo, oltre a non riguardare solamente le ricercatrici ma che si declina in tutti gli ambiti della società, non è l’unico problema. Aggiunge la Rettrice “Il fenomeno delle condutture che perdono. Un mismatch che si crea tra la laurea con eccellenti voti e il lavoro che si andrà a fare, le difficoltà di trovare ruoli inerenti alla loro formazione, un effetto persistente e da monitorare. Mi auguro che con il PNRR si possa recuperare”.
Si è parlato anche di pandemia. “La pandemia ci ha insegnato qualcosa dal punto di vista donne e scienza”, ha detto Pulcinelli. Infatti, molte ricerche sui virus e sui vaccini sono state fatte da figure femminili. Un elemento di grande importanza e speranza. Tuttavia, nel periodo del lock down le donne hanno presentato meno paper alle riviste scientifiche rispetto agli uomini. “Probabilmente, le donne sono state coinvolte nelle cure parentali, nei lavori di casa, nella cura dei bambini che non andavano a scuola a causa delle chiusure; sono contraddizioni difficili da risolvere”, ha così spiegato.
“Un enzima che ha esaltato le disuguaglianze, sul genere femminile in particolare”, la definizione data dalla Rettrice alla pandemia, che ha penalizzato tutte le donne, non solo nella ricerca. La diminuzione della produzione scientifica, da un lato, vede un dato oggettivo: le donne sono state assorbite dalle cure familiari o ricreative. Dall’altro, sottolinea il basso numero di ricercatrici femminili nelle posizioni di autorship, che in area scientifica, individuano l’ideatore e il coordinatore delle produzioni. “Questo è direttamente proporzionale al soffitto di cristallo, perché meno la donna è presente in ruoli apicali, meno occuperà posizioni di autorship”, ha spiegato la Rettrice, che poi ha continuato: “nella comunità scientifica e accademica i numeri dei ruoli tra ricercatrici e professoresse associate, o ordinarie, è a forma di piramide rovesciata”. La media nazionale di professori ordinari è del 24 per cento, mentre in Sapienza si raggiunge il 28 per cento, sempre con punte più alte in area umanistica che scientifica, dove, nonostante il numero di laureate sia alto le posizioni apicali sono basse. “Si è, invece, quasi raggiunta la parità tra professori associati e ricercatori, siamo al 45 per cento.”
Un dato del World Economic Forum del 2021 riportato da Pulcinelli dice “per colmare il gender gap ci vorranno 135 anni”, aumentato rispetto agli anni pre-pandemia. “La compagine femminile potrebbe avere un impatto molto importante sul Pil; quindi, è interesse non solo delle donne, ma di tutto il Paese”, ha poi commentato. “Il Pil salirà se aumenterà l’occupazione femminile in assoluto” ha aggiunto la Rettrice che poi ha continuato dicendo: “Abbiamo bisogno di un aumento del numero di laureati, siamo il fanalino di coda per numero di laureati”. Non solo il numero di laureati è basso, ma un dato da tenere presente è anche il numero di abbandoni. I dati Invalsi di matematica e italiano, che già erano preoccupanti prima del covid, ora sono drammatici. “Questo deve interessare le università, c’è bisogno di progetti di orientamento e investimenti sul tutoraggio in ingresso. Rischiamo di perdere queste popolazioni di studenti” ha commentato la Rettrice, spiegando anche che la Sapienza ha già potenziato queste attività di orientamento, poiché i ragazzi devono poter vedere come si vive da dentro un laboratorio, “oltre che raccontarlo bisogna viverlo”.
In conclusione, un tema entrato a far parte del mondo universitario, soprattutto anche perché punto di valutazione delle università, è la Terza Missione, ovvero l’università per la società, che contribuisce alla sua crescita. “I cittadini devono sapere di scienza, l’università ha la responsabilità di comunicarla ai cittadini, per evitare derive antiscientifiche pericolosissime. Bisogna insegnare il metodo scientifico, per rendere i cittadini e le cittadine più consapevoli” ha così concluso la Rettrice.
Cristina Pulcinelli, Giornalista scientifica e scrittrice
Antonella Polimeni, Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia, Magnifica Rettrice della Sapienza Università di Roma
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