Cindela: un nuovo tassello per la terapia genica?
I ricercatori dell’Ibs in Corea del Sud hanno messo a punto un nuovo trattamento antitumorale chiamato Cindela. Questa nuova tecnologia ha evidenziato come sia possibile uccidere solo le cellule tumorali senza toccare le cellule sane, sfruttando la forbice genetica (Crispr) e le mutazioni InDel cancro-specifiche
di Lucia Nicastro
Un nuovo tassello si aggiunge al complicato puzzle della lotta contro il cancro: riuscire a distinguere, in modo univoco, le cellule sane dalle cellule malate. Le cellule sia sane che malate, infatti, condividono numerosissime caratteristiche biologiche, che le rendono indistinguibili ai comuni trattamenti antitumorali.
I ricercatori dell’Ibs (Institute For Basic Science) e del Cgi (Center for Genomic Integrity) in Corea del Sud hanno sfruttato le nuove scoperte fatte nel campo della genetica e della biologia molecolare. Hanno messo a punto una nuova tecnica antitumorale, capace di colpire solo le cellule malate senza intaccare le cellule sane.
Cindela (Cancer-specific InDel Attacker), questo il nome scelto per la nuova tecnologia , combina il sistema delle forbici molecolari (Crispr) e la presenza delle mutazioni InDel (sequenze di dna cancro-specifiche). Cindela genera una rottura delle sequenze danneggiate e di conseguenza la morte delle sole cellule tumorali.
La tecnologia delle forbici molecolari, Crispr, è la chiave essenziale di Cindela. Il funzionamento di Crispr è stato studiato e interpretato da Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier, premi Nobel per la Chimica nel 2020.
Ma cosa è Crispr? Crispr è una parte essenziale del sistema immunitario dei batteri, capace di inibire le infezioni indotte dai batteriofagi, danneggiando sequenze specifiche nel loro dna. Questa capacità di lavorare in maniera così precisa e selettiva è alla base dell’idea che ha dato vita allo studio di questa nuova metodica.
Cindela sfruttando Crispr, genera delle rotture nelle sequenze di dna delle sole cellule tumorali contenenti mutazioni InDel, cancro-specifiche. Tali rotture portano alla morte delle sole cellule tumorali colpite.
Gli scienziati, per evitare di colpire le cellule sane, al momento hanno preso in considerazione solo sequenze InDel brevi, che Crispr riesce a riconoscere distintamente.
Per validare le ipotesi fatte e dimostrare che Cindela è in grado di uccidere le sole cellule malate, è stata sperimentata su diversi tipi di cellule umane affette da tumori (es. glioblastoma e tumore del polmone). Queste cellule sono state xenotrapiantate su dei topi, a cui sono state somministrate differenti unità di Crispr. Il risultato evidenziato è stato la riduzione della sola massa tumorale, senza alterazioni di alcun tipo né sulle cellule umane sane né sui topi. Questa evidenza ha permesso di ipotizzare, oltre alla validità dell’idea, anche una minimizzazione degli effetti collaterali legati alle comuni radioterapie e chemioterapie.
Le cellule tumorali sono purtroppo eterogenee, a causa delle rapide mutazioni che avvengono in esse quando la malattia è in atto. Al momento Cindela può essere efficace verso un solo sottoinsieme di cellule tumorali. E’ quindi fondamentale scegliere adeguatamente le sequenze InDel da colpire per prime. Studi precoci della tumorigenesi potrebbero essere indispensabili per individuare ed eliminare per prime le sequenze InDel più critiche e abbondanti, per poi passare alle altre.
I ricercatori sono consapevoli del fatto che i meccanismi di Cindela hanno ancora bisogno di essere studiati per essere compresi del tutto. E hanno anche preso in considerazione il possibile uso combinato di Cindela con trattamenti antitumorali farmacologici. Questa associazione, infatti, potrebbe migliorare la sua capacità di colpire selettivamente le sole cellule malate.
La via segnata sembra essere quella giusta. Quello che gli scienziati dell’Ibs si augurano è che in futuro Cindela possa operare con una altissima precisione, eliminando ogni tipo di cellula tumorale.
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