Organizziamoci

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L’amministrazione delle Università pubbliche. Ordini, fatture e pagamenti. Le amministrazioni della Sapienza, diverse ma con compiti simili. Affidarsi ad una gestione sapiente. Ne abbiamo parlato con Paolo Valenti, RAD del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie della Sapienza, per comprendere meglio il lato amministrativo dell’università.

Intervista a Paolo Valenti

di Mattia La Torre e Diego Parini

Cos’è un RAD, ce lo può spiegare?

Il RAD è il responsabile di tutta l’amministrazione, esclusivamente di tutti gli atti amministrativi e contabili del Dipartimento. In via esclusiva, ad esempio, non c’è responsabilità del direttore, dagli ordini alle fatture ai pagamenti. Tutto quello che è amministrativo la responsabilità è solo del RAD. Infatti, si chiama responsabile amministrativo delegato perché abbiamo la delega dalla direttrice generale.

Qual è la sua formazione? Come si diventa RAD?

Io ho studiato economia, poi ho fatto l’abilitazione alla professione di dottore commercialista. Ho lavorato prima in una base americana e poi sono andato nel privato. Dopodiché sono arrivato alla Sapienza nel 2008 al vecchio Biologia Cellulare dello Sviluppo. Nel 2015 sono diventato RAD, partecipando al concorso, prima ho fatto tre anni al Policlinico all’ex Dipartimento di Urologia e Ginecologia; infine, a inizio 2018 sono tonato all’attuale Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”.

Secondo lei quali sono i punti forti e le differenze che ha riscontrato nei dipartimenti?

Le procedure più o meno si assomigliano. L’unica differenza è la mole di ricerca che si fa: ad esempio, al Policlinico all’epoca c’era un po’ di Ricerca Ateneo (ndr fondi erogati dagli atenei attraverso i bandi) e il resto erano tutte sperimentazioni cliniche. Qui a Biologia è tutto l’opposto. C’è poco attività commerciale, il resto è tutta attività istituzionale, quindi progetti europei, enti finanziatori vari, ma è tutto istituzionale. Quindi tra i due dipartimenti l’unica differenza è questa. Poi le altre procedure sono abbastanza standard. La c’erano pochi ordini mentre qui siamo sommersi di ordini, fatture e pagamenti. Invece al Dipartimento di Matematica (ad interim) all’epoca c’erano più missioni e seminari e molti meno ordini di acquisto. Noi a Biologia abbiamo i laboratori, cosa che nei Dipartimenti in cui sono stato sono pochissimi o quasi niente. La ricerca fa la differenza.

Se dovesse dire un aggettivo per descrivere il nostro Dipartimento, quale sarebbe?

Complesso, molto complesso

Invece, un aggettivo per il ricercatore del nostro Dipartimento?

Collaborativo.

Dal suo punto di vista, qual è la ricetta per fare il miglior dipartimento?

Ci sarebbe una ricetta sola, molto semplice. Eliminare quasi tutta la burocrazia che ci sommerge. La vita così sarebbe molto semplice, molto più facile. In primis il codice degli appalti sarebbe da semplificare. Tolte queste cose, eliminata la gran parte della burocrazia, andremo tutti in gondola.

Di che cosa il ricercatore non capisce proprio nulla?

In generale ci sono dei docenti, più che i ricercatori appunto, che forse non capiscono quanta burocrazia dobbiamo sopportare noi; quindi, siamo costretti a scaricare un po’ sugli altri, ma non è colpa nostra. Ecco, infatti, la ricetta di prima, risolverebbe tutti questi problemi. Proprio la burocrazia, troppa.

Paolo Valenti, Economista e Responsabile Amministrativo Delegato del Dipartimento di Biologie e Biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza Università di Roma

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