Il Cnr dall’Artide all’Antartide 

Il Cnr dall’Artide all’Antartide 

Due collegamenti video con la stazione di ricerca artica “Dirigibile Italia” e la stazione di ricerca italo-francese antartica “Concordia” durante la serata di inaugurazione del centenario del consiglio nazionale delle ricerche.

di  Sofia Gaudioso

La stazione Dirigibile Italia si trova tra la Norvegia e il Polo Nord nell’arcipelago delle isole Svalbard e più precisamente nel villaggio di  Ny-Ålesundtra. È una struttura di 330 mq che può ospitare un massimo di sette persone. La stazione Concordia  si trova invece nella parte continentale dell’Antartide. Ha due edifici a torre, numerosi fabbricati e container poggiati su 3km di ghiaccio a più di 3mila metri di altitudine. Può ospitare fino a 80 persone ed è l’unica stazione antartica gestita da due nazioni: la Francia e l’Italia. 

In entrambe le stazioni le condizioni ambientali sono estreme con temperature che scendono di molto sotto lo zero soprattutto durante la lunga stagione invernale in cui le attività di ricerca sono ridotte. Al Polo Nord l’inverno va da ottobre a marzo, durante questi mesi nella stazione Dirigibile Italia il personale svolge lavori di manutenzione, le attività di ricerca riprendono durante i mesi estivi. Al Polo Sud invece l’inverno dura nove mesi da febbraio a novembre, qui le temperature possono raggiungere i meno 100 gradi con forti venti e lunghe notti, la stazione Concordia in inverno è abitata da massimo 16 persone perché anche in questo caso le maggiori attività si svolgono in estate, da inizio novembre a metà febbraio. 

Il tema di ricerca della stazione Dirigibile Italia riguarda principalmente i problemi ambientali. I ricercatori della stazione cercano di ottenere informazioni sulle conseguenze dei cambiamenti ambientali e sull’impatto del riscaldamento globale in particolare negli ambienti artici. Per questo la stazione di ricerca è dotata di strumentazioni che permettono di monitorare parametri ambientali e di quantificare l’entità dei loro cambiamenti. Tra questi, la torre dei cambiamenti climatici misura le variazioni di temperatura, le catene sommerse monitorano parametri oceanografici e il laboratorio atmosferico Gruvebadet è utilizzato per misurare la composizione chimico-fisica dell’atmosfera e del manto nevoso. 

La stazione di ricerca Concordia invece ha una posizione che la rende adatta a studi di astronomia. In Antartide le notti sono lunghe e c’è pochissima umidità, caratteristiche che permettono osservazioni astronomiche uniche. Oltre all’astronomia i ricercatori si occupano di temi legati al geomagnetismo, alla sismologia, allo studio chimico-fisico dell’atmosfera, alla biomedicina e  ai cambiamenti climatici. Su quest’ultimo tema rientra il progetto “beyond EPICA”. I ricercatori della Concordia estraggono carote di ghiaccio, cioè sezioni circolari, e analizzano l’aria contenuta in esse. L’obiettivo è quello di  tornare indietro nel tempo e ricostruire il clima del passato. I dati che hanno raccolto fino ad oggi arrivano a 800mila anni fa ma l’intento del progetto  è di arrivare ad analizzare il clima fino a un milione e mezzo di anni fa e di capire quali sono le variazioni climatiche e come è cambiata la periodicità delle ere glaciali.

Sofia Gaudioso, biologa e studentessa del Master La Scienza nella Pratica Giornalistica.