Chi giudica la scienza? Movimenti e contro-movimenti
Tra gli eventi che negli USA stanno segnando le vicende della libertà delle donne di interrompere la gravidanza c’è un fatto che ha implicazioni che vanno al di là del diritto all’aborto. Ai primi di aprile un giudice texano, sollecitato da un’azione legale di gruppi pro life, ha dichiarato “insicuro” il medicinale che consente il cosiddetto aborto farmacologico, ribaltando la decisione della Food and Drug Administration che ne aveva consentito l’uso. È questa una vicenda che mostra quanto oggi (non solo nel caso dell’aborto) gli intrecci fra scienza e diritto (ed etica e politica) siano complessi e possano aprire strade assai pericolose. Il giudice texano non ha deliberato sul diritto delle donne ad utilizzare quel farmaco, ma sulla sua sicurezza, ovvero su un aspetto che in prima istanza è tecnico-scientifico. È certo vero che la sicurezza di un farmaco è una questione che ha anche una chiara dimensione etico-politica e legale: quali rischi sono accettabili nel commercializzare un farmaco? Qual è il grado accettabile di sicurezza di una terapia, considerato che nulla può mai essere del tutto privo di effetti indesiderati anche gravi? Queste sono domande cui non risponde la scienza, ma cui rispondono la riflessione morale, la discussione politica e la deliberazione giuridica, in dialogo con la scienza. Non sembra essere questo il caso della decisione del giudice texano, che appare invece l’ennesimo caso in cui la politica e l’etica hanno invaso il dominio della scienza per ragioni meramente ideologiche.
di Simone Pollo, filosofo morale della Sapienza Università di Roma
Certamente non mi sento di entrare nel merito delle valutazioni di Pollo. Il nostro STAR-opinionista fa emergere la complessità della questione. Non c’e’ un si’ non c’e un no. Non c’e’ univocità possibile nemmeno nella risposta al titolo di questo nano-dibattito. Ma un pensiero lo voglio esprimere. Quello sul sapere. Come universitaria, come scienziata credo fortemente che sapere e’ potere. Quindi ai giovani e alle giovani dobbiamo dare il sapere. Non solo il sapere scientifico, ma anche il sapere sociale, politico, filosofico ed economico. Dare insomma gli strumenti perché come individui possano fare ogni scelta in modo consapevole. Quindi formazione, formazione, formazione, di ogni grado e colore.
E poi una nota interessante. Mentre il giudice texano lavora sul medicinale che consente il cosiddetto aborto farmacologico, la Food and Drug Administration che ne aveva consentito l’uso, spinge la vendita al banco della pillola anticoncezionale. Movimenti e contro-movimenti.
di Isabella Saggio, biologa della Sapienza Università di Roma
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