il libro la giudice
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La giudice. Una donna in magistratura è un libro scritto da Paola Di Nicola Travaglini, pubblicato per la prima volta nel 2012 e rieditato nel 2023 da Harper Collins.
Leggendo La giudice ci troviamo tra le mani un “saggio di vita”, dove s’intrecciano l’evoluzione storica dell’ammissione della figura femminile in magistratura e la biografia dell’autrice: avvocato, magistrato, giudice penale di grande esperienza, nominata Wo/Men Inspiring Europe 2014 dall’European Institute for Gender Equality.
La giudice è uno “strumento di lotta”, una riflessione sui pregiudizi e sul senso d’inadeguatezza che può provare una donna in magistratura, e lo è a partire dal titolo che rappresenta la rivendicazione dell’autrice nello scegliere per sé la declinazione al femminile del suo mestiere. Una testimonianza dell’esperienza quotidiana di una donna coraggiosa, portavoce di altre donne che convivono con pregiudizi, stereotipi e la difficile combinazione di vita professionale e personale una volta diventate madri.
L’autrice confessa: “Non potevo e non volevo più liquidare tutto questo come un problema individuale, psicologico, personale. […] Decisi così di leggere, di andare a fondo e di scavare, oltre che dentro me, anche nei meandri più nascosti della nostra storia di donne in magistratura”.
Cita gli atti delle assemblee costituenti dal 1947, responsabili del ritardo dell’accesso delle donne in magistratura e dei limiti che tutt’ora vincolano il loro lavoro. Per anni, in Italia, le donne sono state lasciate fuori dalle aule di giustizia non solo come “giudici”, ma anche come “vittime”.
Analizza le difficoltà non solo incontrate da lei per entrare in magistratura, ma anche vissute da tutte le donne che hanno dovuto sopportare tanto, troppo dolore, per essere riconosciute come vittime di stupro fino a poco tempo fa: “La violenza maschile contro le donne non è solo un pugno che ti rompe il setto nasale, ma è anche l’omissione del valore del femminile, è annullamento linguistico della nostra presenza, è l’interruzione continua dei nostri ragionamenti”.
La giudice non è un libro da leggere, è un libro da ascoltare. Le parole sono così “urlate” che arrivano al cuore. Si ha la percezione di entrare nella testa di Paola come se si stesse compiendo un viaggio tra i ricordi. Giornate di lavoro, paura, insicurezza. Vita in udienza, attimi di gioia, condivisione d’idee tra colleghi, interrogatori con i detenuti e processi senza fine. È come un viaggio dalle mille fermate: ogni fermata, una riflessione. Ogni stazione di arrivo, una presa di consapevolezza. Fino alla consapevolezza più importante, ovvero che “il tetto di cristallo, che dovrebbe rappresentare la barriera invisibile che impedisce alle donne di salire nei piani alti dei luoghi di lavoro, in realtà, non è che un volgare tappo di sughero ben visibile”. “Esserci, come donne, nei luoghi decisionali, non basta. […] Bisogna esserci con il coraggio e la consapevolezza del proprio diverso punto di vista, dopo averlo focalizzato e valorizzato”.
Alice Luceri, studentessa del master “la scienza nella pratica giornalistica” presso il dipartimento di biologia e biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza università di Roma https://web.uniroma1.it/mastersgp/
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