Addio a Murray Gell-Mann, il papà dei quark
Scomparso a Santa Fe Murray Gell-Mann, premio Nobel per la fisica 1969 per la classificazione delle particelle elementari e delle loro interazioni
È morto a 89 anni, nella sua casa di Santa Fe, in New Mexico, Murray Gell-Mann, premio Nobel per la fisica nel 1969, che ha dedicato la vita alle ricerche delle particelle subatomiche, mettendo a punto la teoria dei quark. Gell-Mann si trovò, tra gli anni cinquanta e sessanta, a dover classificare le circa 100 nuove particelle appena scoperte con gli esperimenti condotti negli acceleratori. «Sogniamo tutti, segretamente, di mettere ordine nel caos dell’Universo», ebbe a scrivere il fisico: e lo fece per davvero, mettendo a punto una sorta di tavola periodica degli elementi il cui mattone fondamentale, per l’appunto, è il quark.
Murray era nato il 15 settembre 1929 a New York, da Arthur e Pauline (Reichstein) Gell-Mann, entrambi immigrati dell’Est europeo, e aveva mostrato sin da piccolo di possedere un’intelligenza spiccata, tanto da aggiudicarsi una borsa di studio e il soprannome di “The Walking Encyclopedia”. Dopo il diploma si trasferì a Yale, inizialmente solo per compiacere il padre, dove si iscrisse alla facoltà di fisica. La materia gli piacque, e parecchio, tanto da convincerlo a continuare gli studi con un dottorato di ricerca al Massachusetts Institute of Technology. Negli anni cinquanta il primo incarico di ricercatore all’Università di Chicago, dove lavorò con Enrico Fermi.
Dal 1953 al 1954 sviluppò la teoria dell’ottavo sistema, che gli sarebbe poi valsa l’attribuzione del premio Nobel. Si tratta di un metodo per l’ordinamento di particelle subatomiche in gruppi di otto, basato su carica elettrica, spin e altre caratteristiche. Ispirandosi a un concetto della religione buddista – il cosiddetto ottuplice pensiero –, Gell-Mann chiamò il suo sistema ottuplice via: lo schema comprendeva anche i cosiddetti quark, componenti elementari della materia che formano protoni, neutroni e altre particelle, la cui esistenza è stata poi confermata da esperimenti successivi.
Murray è stato socio delle principali accademie scientifiche internazionali e membro del Comitato consultivo scientifico del Presidente degli Stati Uniti dal 1969 al 1972 e del Comitato dei consulenti per la scienza e la tecnologia del Presidente dal 1994 al 2001. Oltre al Nobel, è stato inoltre insignito di innumerevoli premi e onorificenze, tra cui quali il Dannie Heineman Prize dell’American Physical Society, lo Science for Peace, l’Ernest O. Lawrence Memorial Award, la Franklin Medal, il Research Corporation Award, la John J. Carty Medal e la medaglia Albert Einstein. Nel 1992, poco più di un decennio dopo la morte di sua moglie Margaret, sposò Marcia Southwick, una poetessa che aveva conosciuto ad Aspen, nel Colorado; infine si trasferì con lei nel New Mexico, dove nel 1984, insieme a diversi colleghi, fondò l’Istituto di Santa Fe. Vi sarebbe rimasto fino alla sua morte.
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