Afghanistan, Malala Yousafzai: “Temo per il futuro delle donne”
In un’intervista alla Bbc il premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai esprime la sua preoccupazione per le condizioni delle donne afghane
di Caterina Demma
“Non possiamo stare a guardare”, dice Malala Yousafzai in un’intervista esclusiva alla Bbc. In seguito al ritorno al potere del regime talebano e dell’abbandono delle truppe americane dall’Afghanistan, il futuro di molte donne è in pericolo. Giungono, infatti, notizie preoccupanti in merito all’istruzione. Migliaia di studentesse sono state cacciate dalle università: una delle principali conquiste per le donne afghane è stato l’accesso all’istruzione, che ora gli sarà nuovamente negato. Giornaliste, attiviste per i diritti umani, e tutte coloro che in questi anni hanno avuto rapporti con gli occidentali rischiano la vita. Impiegate di banche e alti uffici sono state costrette a lasciare il loro luogo di lavoro. Ora che i talebani hanno ripreso il controllo del territorio afghano, per le donne sono rimaste due sole possibilità: lasciare il paese e vivere da profughe o accettare di perdere tutti i diritti e le libertà a cui hanno avuto accesso negli ultimi vent’anni.
Ma le donne afgane già sanno che la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Secondo alcune testimonianze, i talebani hanno già fatto delle liste di donne single per forzarle a sposarsi con i loro combattenti. E il passato insegna che il regime non è stato mai morbido. Già tra il 1996 e il 2001, quinquennio in cui i talebani sono stati al potere, alle donne è stato negato qualsiasi diritto. Poi c’è stata una parentesi democratica, successiva alla guerra in Afghanistan, che ha coinvolto quattro presidenti americani, due repubblicani e due democratici. Con uno storico accordo firmato con i talebani, nel 2020, l’amministrazione Trump ha promesso il ritiro completo delle truppe dal Paese, fissando come termine ultimo il 1° maggio 2021. L’arrivo di Biden alla Casa Bianca ha modificato ancora una volta i piani: l’attuale presidente ha affermato di voler porre fine al conflitto e ha assicurato il ritiro completo delle truppe entro il 31 agosto. I talebani non hanno perso tempo: il 15 agosto i talebani hanno ripreso con la forza il controllo della capitale Kabul.
Malala Yousfazai sa bene fin dove possono spingersi i talebani: nel 2012 è sopravvissuta ad un attentato da parte di un’estremista islamico per aver espresso la sua opinione sui diritti delle donne, e a soli 14 anni è stata insignita del premio Nobel per la Pace “per la sua lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”. Dopo l’attentato la giovane Malala si è trasferita nel Regno Unito, ma continua ad essere sempre legata al suo Paese. “È necessario garantire alle donne e alle bambine afghane protezione, istruzione, libertà”, dice ancora nell’intervista. “Non c’è tempo da perdere”.
Immagine in evidenza: Google immagini creative commons
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