Aggiungi un Nobel a tavola: ecco i menu dei Nobel Banquet
Un secolo di menù per trasformare una cena tra amici in un banchetto da Nobel
Perché affannarvi a cercare le ricette di primi, secondi e dolci per servire ai vostri amici una cena perfetta, quando potete contare su cento menù completi e collaudati da centinaia di premi Nobel? Dal sito ufficiale del Premio Nobel, infatti, è possibile accedere a tutti i menù delle cene servite al Nobel Banquet, dalla sua prima edizione del 1901 fino alla più recente del 2015.
Spulciando tra i menù si scopre come siano cambiati i gusti dell’Accademia Svedese in oltre cento anni di Nobel. Sarà possibile sbizzarrirvi scegliendo tra i menù di un decennio o di un altro, magari proponendo il menù dell’anno di nascita del vostro ospite d’onore, o, perché no, realizzando una serata a tema. Ad esempio, per chi volesse organizzare una cena in stile anni ’20 sarà necessario armarsi di tanta pazienza e, nei casi più estremi, di un aiuto cuoco. I primi menù dell’Accademia, infatti, riportano cinque portate molto elaborate.
Dovreste iniziare preparando una zuppa di tartaruga marina, molto in voga in quegli anni perché costosa ed esclusiva. In pratica, però, dovrete rinunciarvi perché le leggi italiane non ve lo consentono: la tartaruga marina è una specie protetta. Per rimpiazzare il brodo proibito potrete introdurre la cena con un altro must dei primi Nobel Banquet: bignè salati imbottiti di carne, pesce, frutti di mare, formaggio o verdure, seguiti da una portata principale di carne (per esempio sella d’agnello), un dessert di gelato e la frutta. Annaffiate le gole dei vostri ospiti con champagne, oppure sherry e porto.
Chi preferisce sedersi a tavola ricordando gli anni ’50 dovrà spalancare il portafogli. Nel decennio 1951-1960, infatti, il salmone e l’aragosta fecero il loro ingresso tra gli antipasti del banchetto. In quegli anni le portate furono ridotte a tre, ma la varietà di carni servite ai commensali fu tra le più ampie del secolo. La scelta spaziava dal cervo al manzo e dal tacchino all’agnello, fino al fagiano.
Per chi volesse stupire gli ospiti con i piatti della cucina scandinava, il consiglio è di cimentarsi nel menù del 1981: mousse di salmone con salsa di gamberi per stuzzicare il palato, seguito da filetto di alce con salsa di spugnole (un fungo), patate e porri, il tutto coronato dal famoso semifreddo Nobel sormontato da una “N” ricoperta da sfoglia d’oro edibile.
Per imbattersi in qualcosa di italiano bisogna fare un passo indietro e ritornare agli anni ’30, quando i premi Nobel degustavano risotti italiani, oppure fare un lungo salto in avanti nel tempo. Il primo vino italiano, infatti, è l’Amarone corte Giara, che nel 2002 riempì i calici di circa milletrecento invitati tra premiati e altri illustri presenti.
Gli amanti della cucina popolare possono fare affidamento sul menù del 1947: sandwich, pollo e torta di mele con salsa di vaniglia. Da bere? Vino rosso (uno dei pochi casi in cui non è dato sapere la cantina) affiancato allo Sherry, che in quel periodo teneva banco tra i vini liquorosi.
Scartabellando con minuzia tra le date si riesce a scovare persino il menù giusto per prepararsi alle analisi del sangue: è la carta del 1923. Cliccandoci sopra siamo rimandati a una desolante pagina bianca in cui campeggia la scritta: “Il menù di quest’anno è andato perduto”, e il digiuno è servito.
Con tutti i menù alla mano, però, se la matematica non è un’opinione, i conti non tornano.
Dal 1901 al 2015 dovrebbero essersi tenuti centoquattordici banchetti, quindi ne mancano quattordici all’appello: che fine hanno fatto?
Nel 1907 non fu organizzato nessun banchetto in rispetto del defunto Re Oscar II di Svezia, morto l’8 dicembre dello stesso anno. Poi la Grande guerra interruppe per sei anni la tradizionale cena di gala, così dal 1914 al 1919 i fondi destinati per la sua organizzazione furono devoluti alla Croce Rossa. Nel 1924 nessuno dei laureati Nobel poté confermare la sua presenza quindi l’Accademia Svedese fu costretta a disdire la cena. Infine, con l’avvento della Seconda guerra mondiale fu deciso di replicare quanto accaduto durante la Prima e si rinunciò al banchetto per altri sei anni sempre in favore della Croce Rossa.
Photo Credit: betsythedevine via Compfight cc
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