“And the Nobel goes to…”: Quando la scienza diventa un film
Cinque film per raccontare la vita scientifica e personale dei premi Nobel. Ecco come il mondo del cinema ha portato sullo schermo alcuni degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia della scienza
Metti un premio Nobel al cinema. O meglio, come protagonista sul grande e piccolo schermo. A pochi giorni dall’assegnazione degli Oscar, ecco una breve carrellata su alcuni dei migliori film dedicati ai vincitori di un premio ben diverso: il Nobel. Ce n’è per tutti i gusti: dal blockbuster hollywoodiano alla pellicola di denuncia, dal racconto di una grande scoperta scientifica alla commedia. Mettetevi comodi e abbassate le luci: lo spettacolo della scienza sta per cominciare.
A Beautiful Mind (2001): «In prima elementare la maestra mi ha detto che ero nato con due porzioni di cervello e solo mezza porzione di cuore». Vincitrice di 4 premi Oscar, la pellicola è basata sulla vita di John Nash (interpretato da Russel Crowe), matematico e Nobel per l’economia nel 1992. Durante la guerra fredda viene arruolato dai servizi segreti americani, ma la sua fragile e “meravigliosa mente” cade ben presto vittima della schizofrenia. Nonostante il grande successo, il film è stato criticato per le molte imprecisioni, una su tutte il discorso di Nash alla consegna del Nobel, in realtà mai avvenuto.
Breaking the Mould (2009): «La natura ha creato la malattia e in qualche modo ha fornito l’antidoto». Nel 1945, Alexander Fleming (Denis Lawson) riceve il Nobel per la medicina per la scoperta della penicillina. Accanto a lui l’australiano Howard Florey (Dominic West) e Ernst Chain (Oliver Dimsdale), responsabili dello sviluppo del farmaco che ha salvato la vita a milioni di persone. Ed è proprio dal punto di vista di Florey che si snodano le vicende della pellicola, dal lavoro nei laboratori di Oxford alla crisi del suo matrimonio. Il film è un omaggio a colui che è stato definito «l’uomo più importante mai nato in Australia» e a quei ricercatori che hanno cambiato il mondo pur restando nell’ombra.
Il mio amico Einstein (Einstein and Eddington, 2008): «La mia teoria è troppo bella per essere sbagliata e qualcuno lo dimostrerà». Sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, l’astrofisico inglese Arthur Eddington (David Tennant) è incaricato di difendere le teorie newtoniane dal rivoluzionario lavoro di un collega tedesco, Albert Einstein (Andy Serkis). Inizia così un rapporto epistolare che porterà Eddington a essere uno dei primi e maggiori sostenitori della teoria della relatività. Nel film trova spazio anche la vita privata dei due scienziati, dal turbolento matrimonio di Einstein alla presunta omosessualità repressa di Eddington.
Les palmes de M. Schutz (1997): «Questa è la fisica!». Marie (Isabelle Huppert) e Pierre Curie (Charles Berling) non sono solo due scienziati e premi Nobel. Sono anche marito e moglie. Il film ripercorre la vita dei coniugi Curie sia dal punto di vista professionale che personale, mescolando scienza, sentimento e toni da commedia. Nel cast anche Pierre-Gilles De Gennes e Georges Charpak, autentici premi Nobel per la fisica, nel ruolo di due fattorini. La pluripremiata pièce teatrale da cui è stato tratto il film è in scena fino a maggio al Théâtre Michel di Parigi.
Guerra al virus (And the band played on, 1993): «Per me è incredibile che gli americani possano pensare che una malattia abbia preferenze sessuali». Nei primi anni Ottanta, il virologo Don Francis (Matthew Modine) indaga sulla misteriosa malattia che sta colpendo la comunità gay, scontrandosi con l’indifferenza delle istituzioni. Nel frattempo, Robert Gallo (Alan Alda) e Luc Montagnier (Patrick Bauchau) si contendono il merito della scoperta del virus dell’HIV. Nel cast anche star del calibro di Richard Gere e Ian McKellen. Il film è tratto dall’omonimo libro del giornalista Randy Shilts (morto di AIDS nel 1994), una forte condanna verso coloro che non fecero abbastanza per arginare l’epidemia.
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