Andrea Goldsmith è la prima donna a vincere il Premio Marconi
Per i suoi contributi pionieristici nella teoria e nella pratica delle comunicazioni wireless adattive, Andrea Goldsmith ha vinto il “Nobel” per le telecomunicazioni
Prima del 30 aprile 2020, tutti i vincitori del Premio Marconi erano uomini. La Marconi Society – fondazione creata in onore dell’inventore Guglielmo Marconi – conferisce ogni anno questo riconoscimento a coloro che si sono distinti per “una scoperta o innovazione scientifica significativa e di grande impatto che ha cambiato milioni di vite”. È, insomma, il premio più importante nell’ambito delle telecomunicazioni, paragonabile a un Nobel. Quest’anno Andrea Goldsmith ha cambiato la rotta. Attualmente professoressa di ingegneria all’Università di Stanford, la scienziata si è distinta per innovazioni nel campo delle comunicazioni wireless adattive. Le sue invenzioni hanno portato a importanti progressi nelle prestazioni delle reti cellulari e Wi-Fi, garantendo una connettività affidabile in ogni situazione.
“Fin da quando è stato sviluppato il primo cellulare negli anni ’80, una delle più grandi sfide per le tecnologie wireless è la mancanza di segnale. Come si può garantire un segnale stabile? È a questo che ho dedicato la mia intera carriera”, afferma Goldsmith. Il merito della ricercatrice è, infatti, quello di aver sviluppato una tecnica che consente di garantire un’alta qualità del servizio, combinando la velocità con cui i dati vengono trasmessi con quella massima che il canale può supportare. “Possono avvenire grandissimi cambiamenti nelle condizioni di rete mentre, ad esempio, ci troviamo dento un edificio che blocca il segnale del cellulare, oppure quando il vicino attiva un Wi-Fi che interferisce con il nostro segnale”, spiega la vincitrice del Premio Marconi 2020. La modulazione adattiva (nome della tecnica sviluppata da Goldsmith) garantisce una comunicazione affidabile, a prescindere dalla qualità relativa del segnale. L’impatto di questa invenzione è inestimabile, visto che ormai il wireless coinvolge tutti gli aspetti della vita delle persone, dal lavoro al tempo libero.
Oltre alle innovazioni tecnologiche di cui è stata promotrice, la Marconi Society ha riconosciuto anche l’impegno di Goldsmith per abbattere il cosiddetto “soffitto di cristallo”, di cui sono vittime le donne nelle Stem (acronimo di “scienza, tecnologia, ingegneria e matematica”). “Quando mi sono laureata a Berkeley negli anni ’80 non c’erano professoresse nel mio dipartimento di ingegneria elettronica. E c’erano pochissime studentesse. Per una sorta di bias implicito, le donne non appartengono alle Stem. E questo è una sfortuna sia per le donne, che non hanno l’opportunità di studiare la tecnologia e dare benefici in tal senso all’umanità, sia perché la professione ha bisogno del loro diverso e prezioso punto di vista. Non è solo questione di correttezza politica o equità, ma anche di avere le menti migliori e i migliori talenti per risolvere i problemi dell’ingegneria. Quindi, quando guardate i dati e vedete che meno del 20% degli ingegneri sono donne, dovete pensare anche al perché è un male per la professione”, conclude Goldsmith.
Credits immagine: Marconi Society
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