La Bomba Inglese di Alan Turing
di Claudia Beqja, Carlotta Bonifazio, Alessandro Duranda e Elisa Faggion, III LI, Istituto Superiore Ascanio Sobrero, Casale Monferrato
Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.
Alan Turing è stato un personaggio fondamentale nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Grazie al suo lavoro, a capo di un team di esperti dell’epoca, fu in grado di decriptare la famigerata macchina Enigma, creata in una prima versione da Arthur Scherbius, utilizzata dai paesi dell’Asse per comunicare in codice. Turing e i suoi collaboratori erano morti da tempo quando, nonostante il loro eccellente operato, fu riconosciuto loro un merito solo nel 1974, anno in cui i servizi segreti britannici divulgarono le informazioni relative al progetto, fino ad allora tenute segrete dal governo inglese. Il progetto fu alla base dei moderni sistemi informatici e la decriptazione della macchina Enigma salvò diversi milioni di vite, oltre ad aver anticipato la fine della guerra di quasi due anni.
Alan Turing è nato nel giugno del 1912 a Londra, in un contesto storico complesso, infatti, dopo solo tre anni dalla sua nascita, scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Durante la prima parte della sua vita dimostrò un talento indiscutibile per le materie scientifiche, ottenendo anche diversi riconoscimenti a livello didattico presso l’università di Cambridge. A partire dal 1939 la sua carriera si intrecciò con quella di Marian Rejewski, un matematico polacco che era riuscito a decifrare la prima versione di Enigma, ma a causa dell’invasione della Polonia, il lavoro fu trasferito a Bletchley Park a Londra dove alcuni esperti, tra cui Alan Turing, vi lavorarono inizialmente con scarsi risultati, in quanto Enigma si presentava in una nuova versione più complessa da decifrare. La vera svolta avvenne nel 1941 quando la marina britannica entrò in possesso di una versione intatta della macchina tedesca, permettendo a Turing, attraverso un attento studio, di comprendere il suo meccanismo e di decifrare il famigerato codice, creando la cosiddetta Bomba Inglese. Ma come funzionava questa prodigiosa macchina?
Partendo dal presupposto che la Bomba si basava su semplici supposizioni teoriche chiamate crib, essa era composta da tre grandi sezioni, ognuna costituita da dodici colonne con tre tamburi ciascuna; le tre grandi sezioni rappresentavano tre diverse macchine Enigma. I matematici inglesi, inoltre, erano a conoscenza del fatto che ogni mattina venivano trasmesse le previsioni meteo, di conseguenza, alla luce di questa informazione, erano sicuri del fatto che il messaggio contenesse parole inerenti alla condizione atmosferica. Operando un confronto tra questi termini metereologici e il codice criptato, la macchina era in grado di trovare la chiave di lettura e quindi decodificare le informazioni di quella stessa giornata.
Alan iniziò a frequentare la sua collega e amica Joan Clarke e, dopo alcuni anni di relazione, Turing decise di sposarla, forse per celare la sua omosessualità. I sensi di colpa si fecero sentire: pentito di questa decisione confessò la verità a Joan, che non si dimostrò sorpresa. Nonostante ciò lei acconsentì di sposarlo, ma lui, mortificato, decise di annullare le nozze. I due rimasero comunque grandi amici fino alla morte di Alan.
Nel marzo del 1952, Alan fu arrestato e portato in tribunale per aver confessato, dopo un pressante interrogatorio, il reato di omosessualità, all’epoca ancora perseguito dalla legge. Per evitare il carcere, Alan decise di sottoporsi alla castrazione chimica, i cui effetti furono però devastanti: gli estrogeni avevano infatti causato un calo della libido e lo sviluppo del seno, deformando in modo irreversibile il suo corpo. Tale condizione portò lo scienziato in uno stato di profonda depressione che degenerò sino al suicidio.
Nonostante Turing avesse vissuto una vita travagliata, in un contesto storico complesso e problematico, si può ritenere che la sua mente eccelsa lo renda più che meritevole di ricevere il primo premio Nobel per l’informatica, in quanto, dal suo operato si sono sviluppati i processi che oggi caratterizzano i moderni computer.
Credits immagine: photo by Steve Meddle/REX/Shutterstock; statue created in slate by Stephen Kettle in 2007, located at Bletchley Park.
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