Le staminali e la clinica
Michele De Luca, Professore Ordinario presso l’Università di Modena, si occupa da anni di cellule staminali epiteliali ed è per questo considerato un punto di riferimento internazionale nelle terapie con cellule staminali. In occasione della conferenza dal titolo “Epiteli transgenici: dal laboratorio alla clinica (e ritorno)” svolta il 16 marzo 2023 presso l’auditorium Prima Clinica medica del Policlinico Umberto I di Roma e organizzata dall’Accademia Medica di Roma abbiamo chiesto a Michele De Luca. In particolare cosa è cambiato dagli anni del caso stamina e i ruoli che hanno avuto lui, Elena Cattaneo e Paolo Bianco nel caso stamina.
Dagli anni di stamina ad oggi cosa è cambiato?
sicuramente è cambiato che oggi le cose illegali che ha fatto stamina tra il 2012 e il 2013 non si possono più fare. Che questo abbia risolto il problema delle terapie non provate, indipendentemente da quelle mesenchimali o no, non è certo. Nel caso specifico delle mesenchimali questo problema infatti non è risolto. Ci sono ancora una serie di cliniche in giro per il mondo che continuano a somministrare infusioni di cellule mesenchimali a pazienti che hanno le più svariate patologie. Questo è un problema che
la società internazionale delle cellule staminali, la ISSCR, conosce benissimo. Per questo ha creato delle linee guida e una specie di vademecum per i pazienti. Il problema però è che spesso i pazienti, disperati, si recano lo stesso in queste cliniche. Ecco, in Italia le terapie non provate, dopo il caso stamina, non si possono più fare.
Qual è stato il ruolo di Elena Cattaneo di Paolo Bianco e il suo ruolo nel caso Stamina?
Non dovrei essere io a dirlo. Quello che posso dire è che la International Society di Stem Cell Research, ISSCR, una società che riunisce tutti gli scienziati delle cellule staminali del mondo, nel 2014 ha dato a me, Paolo Bianco e Elena Cattaneo il ISSCR award for Public Service. Ci ha quindi riconosciuto, con un premio importante, il servizio pubblico reso alla difesa della scienza e dei pazienti nella storia stamina. Perciò credo che qualche ruolo lo abbiamo avuto nel caso stamina. Posso anche dire con tranquillità che siamo riusciti a far capire ai decisori politici che quello con il quale avevano a che fare, e mi riferisco al caso stamina, era una truffa vera e propria. Infatti, stesso i decisori politici non avevano capito di cosa trattasse stamina. Ecco, noi facendo un po’ di casino siamo riusciti a farci ascoltare e a farglielo capire.
Qual è stato invece il ruolo di Graziella Pellegrini nella realizzazione del progetto?
Io e Graziella Pellegrini collaboriamo da quasi 35 anni. Abbiamo cominciato a lavorare assieme a Genova, poi siamo andati a Roma e poi a Modena. Adesso però Graziella segue le sua ricerca e io la mia. Lei si occupa soprattutto di terapia cellulare, per esempio, sta portando avanti lavori sulla cornea, sulla ricostruzione della mucosa uretrale per ipospadie e sulle vie aeree superiori sempre nel campo della terapia cellulare. Io, invece, negli ultimi 15 anni mi sono dedicato alla terapia genica. Al momento quindi io e Graziella stiamo lavorando su campi di ricerca diversi. Negli anni però è stata una collaborazione fondamentale. Abbiamo unito le diverse competenze per poter raggiungere importanti risultati, è stata essenziale in questa “associazione a delinquere”.
Michele De Luca, medico e Professore Ordinario di Medicina Rigenerativa presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Sofia Gaudioso, biologa e comunicatrice della scienza, Sapienza Università di Roma
Carmine Nicoletti, tecnico esperto Sapienza Università di Roma
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