Cinquantacinque anni di date esatte: il metodo del carbonio-14 ha cambiato il nostro modo di misurare la storia
Nel 1960 Willard Frank Libby riceveva il premio Nobel per la Chimica per la sua invenzione
Conoscere il passato per comprendere il presente: il metodo di datazione del carbonio-14 è uno strumento fondamentale nella cassetta degli attrezzi di archeologi e paleontologi, che ha permesso di disegnare in modo oggettivo la mappa del tempo, datando con precisione ogni reperto. Messo a punto da Willard Frank Libby nell’Università di Chicago nel 1947, gli valse il premio Nobel per la chimica tredici anni dopo.
«Fu una rivoluzione metodologica», spiega Telmo Pievani, professore di Filosofia delle scienze biologiche e di Antropologia presso l’Università di Padova: «È stato probabilmente il momento in cui l’antropologia è entrata nella sua fase veramente tecnologica e quantitativa. Infatti con le datazioni assolute abbiamo potuto tarare in modo molto più preciso le grandi fasi dell’evoluzione umana. Abbiamo potuto fare studi comparativi con altre specie, e questo ha cambiato tutto».
Il metodo del radiocarbonio si basa sulla misurazione del tempo di decadimento del C14, isotopo radioattivo del carbonio. Gli organismi viventi scambiano continuamente questo elemento con l’atmosfera attraverso processi di respirazione o lo assimilano tramite la catena alimentare. Dopo la morte, però, questo non accade più. Per effetto del decadimento radioattivo la concentrazione di C14 nei reperti di origine organica diminuisce in modo regolare nel tempo (Libby calcolò che il tempo di dimezzamento del C14 è pari a 5730 anni). Questa degradazione è misurabile e permette di risalire all’età del reperto. Libby dimostrò l’accuratezza del suo metodo misurando l’età di un’imbarcazione egiziana, la cui data di costruzione era nota poiché riportata su diverse fonti scritte.
Fu lo stesso Libby a sottolineare, durante la cerimonia di consegna del Nobel, l’importanza di conoscere il nostro passato: «È possibile ottenere datazioni precise e coerenti che ci possono aiutare a scorrere all’indietro le pagine della storia e rivelare all’umanità qualcosa di più sui suoi antenati, e in questo modo anche sul suo futuro».
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