Cittadinanze
di Fabrizio Rufo
La nozione di cittadinanza a cui vogliamo fare riferimento è strettamente legata al concetto di democrazia, ha sia un valore collettivo sia individuale e, come fatto politico, esprime l’insieme delle funzioni e delle attività che i cittadini svolgono nell’ambito della polis. Nell’introdurre il rapporto con la scienza la prospettiva di cittadinanza va basata su una concezione di consapevolezza sociale e di democrazia che prevede una forma di uguaglianza umana fondamentale, connessa con il concetto di piena appartenenza a una comunità, svincolata sempre di più dall’appartenenza territoriale, per espandersi nella direzione di rispetto integrale della persona. In più, nella società odierna, lo sviluppo della scienza richiede maggior dialogo tra le comunità scientifiche e i non esperti. Il rapporto che esiste tra esperti e cittadini, al pari di quasi tutte le relazioni in una democrazia, si basa sulla fiducia e quando questa crolla, tra esperti e profani subentra uno stato di conflitto tale da indebolire la democrazia e il pericolo immediato è il degenerare o nel governo delle masse o in una tecnocrazia elitaria. I temi sui quali soffermare l’attenzione sono complessi e richiedono, per il loro impatto etico-sociale, mai esclusione ma un pervicace ampliamento degli spazi di partecipazione democratica. I problemi da affrontare nell’attuale fase storica, caratterizzata dal cambiamento climatico, dalla riduzione della biodiversità e in generale dalla crisi ecologica, non possono essere demandati e tanto meno risolti dal solo politico e dal solo scienziato. Sono questioni che toccano la vita di ciascuno e di tutti così come la sopravvivenza della diversità di altre forme di vita con cui siamo interconnessi; e in quanto tali fanno emergere il bisogno di dare un senso e un significato alle cose quotidiane, di ristabilire codici di valori attraverso un dialogo fra le diverse componenti della comunità politica. E il perimetro del ruolo della scienza si definisce nel più vasto campo della sua filosofia sociale imperniata sulla democrazia; il progresso della cultura è facilitato e accelerato se la verità è resa pubblica. Più liberamente nuove forme di conoscenza diventano di dominio pubblico, più rapidamente progredisce la cultura. Eludere questa domanda di inclusione contribuisce ad accrescere lo spazio e il consenso di quelle forme di rigetto politico e culturale verso la cultura scientifica e la democrazia che mirano alla delegittimazione dei loro presupposti epistemologici.
È un processo che non può essere banalizzato e per rispondere a queste pulsioni è importante dare avvio ad azioni e interventi basati su una concezione condivisa della ragione pubblica che faccia propria una visione non gerarchica ma reticolare delle diverse forme di conoscenza, nella quale assume una particolare importanza quella che potremmo definire la cittadinanza scientifica.
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