Clima: la lettera dei Nobel ai potenti della Terra
Settanta premi Nobel hanno bussato alla conferenza sul clima tenutasi a Parigi per chiedere l’impegno delle nazioni a ridurre le emissioni di gas serra
Un’azione risolutiva e condivisa da tutti i governi dei 195 stati partecipanti alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici di Parigi è quanto si aspettano i premi Nobel firmatari di una dichiarazione con la quale chiedono un accordo vincolante e universale per ridurre le emissioni di gas serra. A consegnarla nelle mani del presidente francese Francois Hollande, il 7 dicembre scorso, sono stati i due fisici premi Nobel Serge Haroche e Claude Cohen Tannoudji, durante lo svolgimento della conferenza.
La dichiarazione è stata siglata sull’isola di Mainau nel Lago di Costanza, in Germania, nel luglio scorso durante la sessantacinquesima edizione del Lindau Nobel Laureate Meeting, l’annuale incontro tra i Nobel e i giovani scienziati di diverse culture e discipline. Nel testo sottoscritto dai Nobel si chiede alle nazioni del mondo di “cogliere l’opportunità della Conferenza Onu di Parigi sui cambiamenti climatici per intraprendere un’azione decisiva per limitare le emissioni globali future”. Se ciò non accadesse, le future generazioni subiranno le conseguenze di un “rischio inammissibile e inaccettabile”.
Non è la prima volta che i premi Nobel sottoscrivono una dichiarazione per sollecitare le preoccupazioni dei governi su argomenti di rilevanza mondiale. Sulla stessa isola, il 15 luglio 1955, un altro gruppo di premi Nobel firmò la Mainau Declaration sui pericoli legati all’uso delle armi nucleari.
Oggi, spiegano gli estensori della lettera sul clima, la situazione non è diversa: un’altra minaccia globale si sta concretizzando. Ad allarmare ora sono l’eccessivo consumo delle risorse della Terra, e il previsto aumento della temperatura del pianeta di più di 2° C: preoccupanti processi che se non regolati saranno responsabili di un’inevitabile “tragedia umana generale”.
Commenti recenti