Cobra sputatori, il loro segreto è nelle zanne
Un nuovo studio, condotto da diverse università tra cui Sapienza, ha analizzato la tecnica di difesa dei cobra del genere Naja, in grado di sputare veleno dalle proprie zanne. Una sorprendente arma il cui successo sta nelle caratteristiche morfologiche piuttosto che nella composizione del veleno
Spruzzare il veleno è un meccanismo difensivo e offensivo utilizzato da diverse specie di serpenti elapidi africani e asiatici, come i cobra sputatori del genere Naja. Gli elapidi, in particolare, possiedono delle zanne velenifere fisse, a differenza dei viperidi che le hanno mobili, con le quali iniettano il veleno. I serpenti sputatori si servono del veleno sia per cacciare che per difendersi, spruzzandolo dalle zanne direttamente negli occhi degli aggressori, provocando dolori intensi e, nei casi più gravi, anche la cecità. Lo “spruzzo” del veleno può arrivare fino a tre metri di distanza. Oggi, un nuovo studio condotto dai ricercatori di Sapienza Università di Roma e di altri istituti di ricerca ha fatto ulteriore chiarezza su questo meccanismo, evidenziando quali sono le caratteristiche dei veleni di specie diverse e l’importanza della forma delle zanne. Il lavoro è stato pubblicato sul Journal of Experimental Biology.
Gli scienziati, in particolare, hanno analizzato la viscosità, la concentrazione proteica e il pH di 13 specie di cobra del genere Naja dell’Africa e dell’Asia, insieme a quelle del rinkhals (Hemachatus haemachatus, sputatote) e della vipera soffiante (Bitis arietans, non sputatore), scoprendo qualcosa di sorprendente. Ignazio Avella, coautore dello studio, insieme al suo team, ha infatti dimostrato che sono le caratteristiche peculiari delle zanne dei cobra sputatori, tra cui lo sbocco esterno del canale rivolto più anteriormente rispetto ai non sputatori, oppure la forma che permette al veleno di scorrere più velocemente e con una pressione inferiore, a favorire la capacità di sputare e direzionare il getto piuttosto che le proprietà del veleno. Infatti, non sembrano esserci differenze significative tra le proprietà fisiche dei veleni prodotte dalle diverse specie di serpenti, sputatori e non.
C’è dell’altro. Il veleno è composto da una miscela di proteine e peptidi, piccole molecole e sali in un mezzo acquoso. L’alto contenuto di peptidi e proteine rende il veleno più viscoso dell’acqua e quindi, come si ipotizzava fino ad ora, si comporta come un fluido pseudoplastico non newtoniano, che modifica le sue proprietà in base ad altri fattori, come la velocità. Gli autori dello studio hanno scoperto che i veleni, invece, si comportano proprio come l’acqua, vale a dire come un normale fluido newtoniano che non modifica le sue proprietà, mettendo in discussione quanto riportato nei lavori precedenti.
Fonte: AVELLA, Ignazio, et al. Unexpected lack of specialisation in the flow properties of spitting cobra venom. Journal of Experimental Biology, 2021, 224.7: jeb229229.
Immagine in evidenza: Wikimedia commons
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