Corpo hélas umano

Corpo hélas umano

L’ultimo libro di Vittorio Lingiardi

di Stefano Scrima

Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista, accademico e narratore d’anime e anatomie, ci offre in Corpo, umano (Einaudi 2024) un ritratto profondo del nostro corpo, che è certamente la materia di cui siamo fatti, ma anche molto di più, è ciò attraverso cui possiamo essere quello che siamo, fino a coincidere enigmaticamente con il nostro stesso essere: “L’io – scrive Freud – è innanzitutto un’entità corporea”. L’intento dichiarato è infatti quello di “riportare il corpo al centro della scena”. “Umiliato, sedotto, contraffatto, idolatrato, sprecato, il corpo rimane il nostro enigma e la nostra vera compagnia. Dalla mania platonica alla dicotomia cartesiana, dalla maledizione biblica alla forza-lavoro marxiana, dall’uomo-macchina di La Mettrie al manifesto cyborg di Donna Haraway, il corpo è la nostra storia e la nostra filosofia. Avere un corpo, essere un corpo.”  

Tre sono le “stanze” di questo libro: “Il corpo ricordato”, “Il corpo dettagliato” e “Il corpo ritrovato”.

Nella prima stanza, Lingiardi ci accompagna in un viaggio nel corpo che si fa evocazione universale: ogni segno, cicatrice, piega, sussurro è un ricordo inciso. Il corpo non è altro che la nostra autobiografia. Attraverso frammenti di vita, arte e letteratura, l’autore ci ricorda che il corpo non è mai solo “nostro”: è plasmato dagli incontri, dai legami, dalle perdite. È il luogo dove l’infanzia si sedimenta e da cui non possiamo fuggire, perché portiamo addosso tutto quello che siamo stati. 

La seconda stanza è il luogo dei dettagli, osservati “con tutto il corpo”, mettendo momentaneamente da parte lo sguardo freddo (che invero non lo è mai) della scienza: gli organi, le cellule, le ossa prendono vita con le parole dell’autore, che ne coglie la danza segreta: il cuore che pulsa, simbolo di emozioni; il respiro, che ci lega al mondo; le mani, strumenti di creazione e contatto. Ogni parte del corpo, dagli occhi al fegato, dai polmoni alla pelle, è protagonista di storie intime e universali, simboli che uniscono storia, scienza e mito. Qui, Lingiardi ci ricorda che il corpo è molto più della somma delle sue parti: è mente, psiche, vita. È, per citare due autori a lui particolarmente cari, “elettrico” (Whitman) e “vivente” (Winnicott).

Infine, entriamo nella stanza del “corpo ritrovato” o, meglio, del corpo che dobbiamo ritrovare. Un corpo che ci sfugge, alienato nella società digitale, un corpo fotografato, postato, filtrato, spesso ridotto a un’ombra virtuale. Ma che non smette di pulsare.

“Un corpo che ci sfugge, alienato nella società digitale, un corpo fotografato, postato, filtrato, spesso ridotto a un’ombra virtuale. Ma che non smette di pulsare”

Lingiardi ci invita a ritrovarlo, a riprendere consapevolezza della nostra fisicità autentica (che quindi non è mai solo fisicità), a sentirne i segnali, a rispettarne i ritmi, e quindi a prendercene cura. Corpo, umano non è dunque solo un libro, ma un invito. Quello di tornare a noi stessi, smettere di nasconderci dietro schermi e apparenze, e riscoprire la nostra carne (chair, “carne viva”, la chiama Merleau-Ponty), che è essenzialmente la nostra umanità.

Stefano Scrima, scrittore e filosofo