Di cosa parlaimo quando parliamo di sogno?
Di un ricordo
Ricordiamo di aver sognato. E sappiamo che tutte le volte che c’è di mezzo un ricordo, quindi la memoria, la distorsione e la lacuna sono lì. È come una traduzione: implica sempre un elemento di infedeltà. Quindi in un sogno c’è qualcosa che non può essere condiviso, che è là, che è avvenuto in uno stato di coscienza altra, che dalla coscienza diurna viene rievocato e raccontato. È un ricordo.
Di un’esperienza inaccessibile
È quello che sperimentiamo mentre sogniamo con una incredibile serie di elementi percettivi ed emotivi in uno stato di deafferentazione rispetto agli stimoli esterni. È come se creassimo una dimensione percettiva pur essendo isolati dal mondo.
Di un evento neurale
qualche cosa che possiamo raggiungere e studiare con gli strumenti delle scienze e delle neuroscienze. A lungo si è pensato che i sogni fossero prodotti solo nella fase del sonno REM ma poi si è capito che anche nelle fasi non REM c’è attività onirica, che ha altre caratteristiche, ma che comunque avviene. In altri momenti si è pensato che il sogno fosse un non-sense dell’attività cerebrale e invece poi si è capito che è appunto una narrazione involontaria che pesca molto dalla memoria e dalla nostra personalità. Le storie che raccontiamo, i loro contenuti e le loro forme, hanno legami con la nostra esperienza e con anche il livello di organizzazione della nostra personalità.
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