Diabete, cento anni dalla scoperta dell’insulina
Sono passati cento anni dalla nascita dell’insulina. Una scoperta che ha cambiato la vita di milioni di persone affette da diabete, ma che è anche stata accompagnata da forti polemiche per un premio Nobel diviso
di Giacomo Bocci
Ѐ passato un secolo dalla scoperta dell’insulina, un ormone la cui individuazione ha permesso di trasformare il diabete tipo 1, considerato letale fino al 1921, in una condizione con cui convivere.
La storia di questa scoperta, che ha salvato le vite di milioni di persone, ha coinvolto numerosi personaggi. Tuttavia, ha anche scatenato una lunga serie di polemiche attorno a un premio Nobel conteso.
Nel 1916, lo scienziato rumeno Nicolae Paulescu sviluppò un estratto di liquido pancreatico, che poi iniettò a un cane affetto da diabete. Così facendo, riuscì a normalizzare la glicemia nel sangue dell’animale. Dovette poi interrompere i suoi studi a causa della Prima guerra mondiale e pubblicò il suo lavoro nel 1921 a Bucarest con la ricerca “Research on the Role of the Pancreas in Food Assimilation”. Questo permise a Paulescu di ottenere, nel 1922, il brevetto per la scoperta dell’insulina (da lui chiamata pancreina).
Oltreoceano, intanto, il medico canadese Frederick Grant Banting si interessa agli studi sul diabete e resta affascinato dalla teoria secondo cui la molecola chiave per la regolazione degli zuccheri nel sangue sia da ricercare nelle secrezioni pancreatiche. Bisogna tuttavia migliorare la tecnica utilizzata da Paulescu per isolare la molecola e purificarla, per poterne testare l’effetto antidiabetico. Con l’aiuto di John James Richard Macleod, fisiologo dell’Università di Toronto, lo studente di medicina Charles Best e il biochimico James Bertrand Collip, Banting ottiene, nel 1922, un estratto di secrezione pancreatica purificato. Questo processo di purificazione permetteva infatti di evitare le forti reazioni allergiche osservate nei primi trattamenti. La soluzione acquosa sviluppata dal gruppo di Banting porterà il nome di “insulina”. Per questo risultato, nel 1923, i quattro ricercatori riceveranno il premio Nobel in Fisiologia e Medicina.
Il riconoscimento assegnato agli scienziati canadesi apre subito una controversia sull’effettiva paternità dell’insulina. Il Presidente del Comitato del Premio Noble di Stoccolma ricevette subito una lettera di Paulescu che, indignato, affermava che il premio era stato assegnato a “persone che non lo meritano affatto”.
Del resto, Banting e Macleod avevano dichiarato fin da subito di aver riprodotto in laboratorio il lavoro di Paulescu, citandone spesso le ricerche. Tutte le contestazioni del professore rumeno risultarono inutili fino al 1969, quando il Comitato del Premio Nobel riconobbe la sua precedenza nella scoperta. Tuttavia, in base al suo statuto, escluse la possibilità di una riparazione ufficiale.
D’altro canto, alcuni studiosi replicarono che nella Romania di Paulescu difficilmente si sarebbero avuti i mezzi per rendere operativa la scoperta. Per questo gli studi di Banting e colleghi sarebbero stati fondamentali per arrivare all’insulina terapeutica, grazie alla quale il diabete può essere tenuto sotto controllo. Molti quindi ritengono che il Nobel avrebbe dovuto essere diviso tra Paulescu, Banting e Macleod. Insomma, come spesso accade con le grandi scoperte, anche quella dell’insulina ha molti “padri”.
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