Perché lo European Research Council è ancora indispensabile alla ricerca italiana (e non solo)
Polemiche dopo le dimissioni di Mauro Ferrari da presidente dello European Research Council. Un organismo che è indispensabile alla ricerca
Sui media italiani è divampata una forte polemica a seguito delle dimissioni dello scienziato Mauro Ferrari da presidente dello European Research Council (Erc). La narrazione è stata quella di far apparire l’Erc come un organismo amministrato da eurocrati europei con il solo fine di finanziare una ricerca fine a se stessa e lontana anni luce dai problemi della comunità. È una visione completamente avulsa dalla realtà ma soprattutto ingannevole. La maggioranza dei finanziamenti europei per la ricerca viene erogata per obiettivi di medio termine o di interesse industriale. L’Erc è l’unica agenzia europea che eroga danari per la ricerca di base senza un indirizzo univoco, ergo esclusivamente grazie a idee innovative, proposte, chiarimenti, provenienti solo ed esclusivamente dai ricercatori. Non è possibile né augurabile per l’Italia perdere posizioni all’interno di un’agenzia europea così importante ed efficace. Il vertice dell’Erc è composto da un consiglio di scienziati di alto rango e prestigio saldi nelle loro posizioni per la tutela della ricerca di frontiera; loro compito è quello di contrastare eventuali influenze esterne o gruppi di interessi privati.
Ecco qualche dato. L’Erc ha finanziato 9.500 progetti, ha redatto oltre 150.000 articoli scientifici pubblicati in riviste editoriali prestigiose. Il finanziamento Erc viene considerato dalle università e dai centri di ricerca internazionali come garanzia di assoluta qualità scientifica; inoltre esiste una competizione serrata tra le varie università per accaparrarsi i ricercatori vincitori di Erc: sono infatti numerosi coloro che hanno ricevuto riconoscimenti di valore, compresi un buon numero di premi Nobel. A questo punto dobbiamo chiederci cosa rappresenta l’agenzia Erc per la ricerca italiana? Cosa potrebbe rappresentare in futuro? Per la scienza italiana lo European Research Council ha ricoperto e ricopre un ruolo fondamentale. Purtroppo la ricerca italiana (soprattutto quella di base) soffre di una cronica scarsità di fondi ed ecco che l’Erc ha reso possibile a numerosi ricercatori italiani di disporre di una erogazione di fondi attribuiti con criteri trasparenti e scevri da condizionamenti politici e clientelari. Non finisce qua, l’Erc ha destinato oltre due terzi delle proprie risorse al supporto finanziario per giovani ricercatori con i cosiddetti progetti “ERC Starting” e “Consolidator”. Nel contesto italiano questi meritevoli cervelli sarebbero rimasti privi di grant.
Veniamo adesso alle polemiche recenti. L’Unione Europea deve impegnarsi sicuramente nella battaglia contro Sars-CoV-2 investendo soldi nella ricerca ma L’Erc non rappresenta tuttavia l’istituzione giusta per simile tipologia di intervento. Nel senso che non si rende necessario un indirizzo vincolante imposto dall’alto (dal consiglio con il suo presidente) sul tema Covid-19, e questo non significa disinteressarsi alla lotta anti Covid. Esistono già progetti Erc vincolati a questa nuova realtà. Occorre tenere alto il baluardo di una ricerca di frontiera non indirizzata, garanzia di una reale autonomia scientifica. In conclusione lo European Research Council è uno strumento essenziale per la scienza e la ricerca italiana, guidato dal principio dell’autonomia e da quello dell’eccellenza scientifica. Questo approccio deve ad ogni costo essere preservato.
Credits immagine di copertina: Unsplash
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