Un gioco da Nobel!
Secondo un recente studio pubblicato su Nature, scegliere di non pubblicizzare le proprie buone azioni potrebbe portare benefici a lungo termine
Ci sono persone che ogni giorno compiono azioni positive restando anonime, preferendo comportamenti più umili e modesti. Batman, ad esempio, è diventato una delle icone più celebri e popolari del fumetto supereroico, come simbolo per eccellenza dell’eroe mascherato. Dietro la tuta da pipistrello, in realtà, si nasconde l’identità di Bruce Wayne, filantropo e ricchissimo uomo d’affari che, dopo l’assassinio dei propri genitori, decide di intraprendere una personale guerra contro il crimine, riportando pace e giustizia nella città immaginaria di Gotham City. Ma Batman non è un esempio isolato. Anche nel mondo reale, c’è chi dona generosamente cospicue somme di denaro o possiede geniali doti intellettuali o artistiche ma preferisce vivere nell’ombra. Eppure, secondo uno studio recentemente pubblicato su Nature Human Behaviour, ciò che nell’immediato potrebbe sembrare un comportamento illogico e controproducente, come nascondere le proprie buone azioni, potrebbe in realtà essere vantaggioso in termini di reputazione a lungo termine.
La ricerca prende spunto dalla teoria dei giochi, uno studio scientifico formulato intorno al 1600, che tenta di descrivere matematicamente il comportamento umano, quando un individuo affronta una situazione di conflitto in cui interagiscono altri soggetti rivali. In questo modello, l’obiettivo è ottenere il massimo guadagno possibile, tenuto conto che ogni decisione individuale influenza inevitabilmente la possibilità per gli altri di vincere, o spartirsi, qualche tipo di risorsa. Qualche anno più tardi, uno degli scienziati più brillanti ed originali del Novecento, John Nash, scrisse un saggio con cui stabilì i principi matematici della teoria dei giochi, rivoluzionando la definizione di economia e vincendo per questo il premio Nobel nel 1994. I risultati ottenuti, in realtà, non riguardarono esclusivamente l’ambito economico, ma si rivelarono applicabili anche in campo evoluzionistico. Nash infatti dimostrò che ogni “gioco” ammetteva almeno un punto di equilibrio, che si realizzava quando tutti i giocatori ottenevano non solo il massimo guadagno individuale, ma anche quello collettivo. Si trattava in un certo senso di un comportamento socialmente utile, dal momento che tutti gli individui si adoperavano per ricevere la stessa ricompensa.
Ma allora da cosa dipende la scelta di non svelare un’azione generosa? Quale massimo guadagno traggono le persone da questo tipo di comportamento? Le motivazioni possono essere di vario tipo, per esempio il donatore non desidera fare una buona impressione su tutti ma vuole ricevere apprezzamenti solo da coloro in grado di cogliere la sua buona azione, senza necessariamente pubblicizzarla. Secondo i ricercatori dell’Istituto di Scienza e Tecnologia di Vienna e dell’Università di Harvard, infatti, nascondere un segnale è già di per sé un segnale, dato che permette ugualmente di comunicare e trasmettere informazioni sulla propria persona. Nel modello di gioco virtuale proposto dagli autori dello studio, i giocatori sono suddivisi in mittenti (coloro che nella realtà corrispondono a potenziali donatori) e destinatari (coloro che osservano dall’esterno le azioni altrui). Se il segnale viene nascosto, il mittente riduce evidentemente la probabilità di essere riconosciuto dal destinatario Quindi, dal momento che il gioco presenta un elemento di rischio – la comprensione del segnale – sia i mittenti che i destinatari devono adottare strategie specifiche per massimizzare i potenziali guadagni: sulla base delle informazioni ottenute, infatti, tocca al destinatario scegliere se accettare o meno il donatore come potenziale partner economico.
“Volevamo comprendere quale fosse l’evoluzione naturale più probabile e stabile delle strategie scelte”, ha spiegato Christian Hilbe, uno degli autori dello studio. In base ai risultati, infatti, si è potuto osservare che coloro che inviavano molti segnali (quindi persone particolarmente generose e agiate in termini economici) si mettevano meno in mostra rispetto agli altri mittenti. E in molti casi, questa scelta pagava: per i donatori più attivi, infatti, mantenere il riserbo faceva sì che gli altri giocatori fossero più propensi ad interagire economicamente con loro.
Credits immagine di copertina: news-town.it
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