I ‘Lost Taxa’: le specie perdute
Uno studio pubblicato sulla rivista della Zoological Society of London ha individuato 562 specie fra i vertebrati terrestri che, nonostante non siano state avvistate negli ultimi 50 anni, non sono ancora dichiarate estinte
di Lorenzo Giannetti
In un riadattamento del celebre enigma filosofico sull’albero che cade nel cuore di una foresta proposto dal vescovo irlandese George Berkeley, ci si potrebbe chiedere: se una specie animale non viene avvistata da nessuno per più di 50 anni, può considerarsi estinta? La risposta degli autori di uno studio pubblicato su “Animal Conservation” (la rivista della Zoological Society of London) sarebbe probabilmente negativa. Infatti, nella loro ricerca hanno catalogato come “lost taxa” ben 562 specie di vertebrati terrestri che non sono più state osservate nell’ultimo mezzo secolo ma che non sono ancora state dichiarate formalmente estinte. Lo studio, oltre a fornire una catalogazione spaziale e qualitativa di queste specie, dimostrerebbe che il numero reale delle specie estinte nell’antropocene (epoca geologica in cui l’essere umano con le sue attività è riuscito ad incidere sui processi geologici) è maggiore rispetti ai dati ufficiali.
Lo studio dimostrerebbe che il numero reale delle specie estinte nell’antropocene è maggiore rispetto ai dati ufficiali
Delle 562 specie considerate perdute, la maggior parte appartiene alla classe dei rettili (257), seguono poi anfibi e mammiferi (rispettivamente 137 e 130) e infine gli uccelli (38). Lo studio sottolinea come nelle prime tre classi il numero di specie estinte nell’antropocene sia molto inferiore rispetto a quelle perdute, mentre per quanto riguarda gli uccelli il rapporto è invertito. Questo fenomeno è probabilmente legato alla complessa definizione formale di estinzione fornita dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature). Per l’organizzazione una specie si considera estinta: ‘Quando non c’è nessun ragionevole dubbio che l’ultimo individuo di una specie sia morto. Un taxon è considerato estinto quando approfondite indagini negli habitat conosciuti e/o ipotizzati, in appropriate finestre temporali (giornaliere, stagionali, annuali) falliscono nel registrare l’esistenza di un individuo. Le ricerche devono svolgersi in un contesto temporale appropriato per il ciclo vitale e le forme di vita del taxon’. Inoltre, si dispone di una maggiore conoscenza della classe degli uccelli rispetto alle altre. Non a caso dunque, la maggior parte (92.5%) delle specie perdute si trova ai Tropici dove sono presenti degli habitat meno conosciuti ed esplorati di altri.
L’obiettivo di questo studio è duplice. Il primo è la sensibilizzazione circa l’impatto dell’attività umana sulle estinzioni dei vertebrati terrestri. Il numero di specie dichiarate estinte durante l’antropocene è infatti molto inferiore a quello stimato dai biologi. Tuttavia, se a queste aggiungiamo i “lost taxa” avremo un quadro più veritiero sulla gravissima crisi ambientale che stiamo attraversando. Il secondo scopo è di indirizzare gli sforzi per la conservazione delle specie a rischio verso quelle che sono sicuramente ancora in vita ma estremamente bisognose di programmi di salvaguardia. Infatti, nella “Zoological Society of London’s EDGE priority mammal species lists” tre delle quattro specie considerate più a rischio sono incluse fra quelle perdute.
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