Il Nobel Frank Wilczek e il dono dell’ubiquità
Frank Wilczek, Nobel per la Fisica nel 2004, ha partecipato al Nobel Week Dialogue 2015 sotto forma di robot
Un’agenda affollata, impegni in diverse parti del mondo: per un comune mortale significa stress, rinunce, necessità di fare delle scelte. Per Frank Wilczek, invece, la soluzione è un’altra: la realizzazione del proverbiale dono dell’ubiquità. Premiato con il Nobel per la Fisica nel 2004 insieme a David Gross e David Politzer per gli studi sull’interazione forte, Wilczek avrebbe dovuto partecipare, il 9 dicembre scorso, al Nobel Week Dialogue, conferenza svolta ogni anno durante la Nobel Week. L’evento ha lo scopo di stimolare la discussione tra scienziati, politici e cittadini su un tema scientifico: quello di quest’anno era il futuro dell’intelligenza. Wilczek, impossibilitato a essere in Svezia per la data della conferenza, ha ricevuto una proposta che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile: comandare un robot a distanza, rimanendo seduto davanti al computer in casa propria.
Come Wilczek stesso racconta nella sua rubrica per il Wall Street Journal, non se lo è fatto ripetere due volte. Seduto nella propria casa di Cambridge, in Massachusetts, si è ritrovato ai comandi di un robot in una sala conferenze di Göteborg, in Svezia.
Il robot, un BeamPro prodotto dalla Suitable Tech, ha una forma umana appena accennata, simile a quella che si può vedere in alcune vecchie puntate della serie di fantascienza inglese Doctor Who. È dotato di uno schermo e di sensori che permettono di muoversi, aggirare ostacoli e interagire sia verbalmente che per iscritto con i presenti. Wilczek, dal canto suo, poteva utilizzare i sensori per vedere e sentire dalla prospettiva del robot.
L’inizio non è stato privo di problemi: prima di salire sul palco Wilczek ha dovuto fare delle prove per imparare a muovere il robot evitando gli ostacoli. “I primi tentativi di movimento e di interazione sono stati strani”, ammette il fisico. Muoversi e interagire con le persone inizialmente non è stato facile, ma alla fine il “Wilczek robot” ha potuto fare il suo ingresso trionfale nella sala.
Per lo scienziato, la praticità di trovarsi in due posti contemporaneamente; per il pubblico, uno sguardo su un futuro che forse non è lontano come sembra.
Crediti dell’immagine in evidenza: Jonas Borg “© Nobel Media AB”
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