In and out: la tavola partecipativa di Sapienza per la Notte dei ricercatori
di Arianna Del Treste e Francesca Sola
In and Out: questo il nome della tavola partecipativa del 24 settembre 2021 che si è tenuta a Roma, nella Città dell’altra economia di Testaccio. L’evento era uno dei 6 programmati in Italia per la Notte dei ricercatori (Ern), progetto dell’Unione europea che esiste dal 2005
Il primo a parlare di tavola rotonda è stato il poeta normanno Robert Wace (ca.1115 – ca.1183) nel celebre poema Roman de Brut in cui si narra che, per discutere di questioni importanti per il reame, Re Artù ha fatto costruire una grande tavola rotonda in cui i cavalieri fossero equamente collocati in modo che nessuno avesse una posizione di rilievo rispetto agli altri. La tavola rotonda (o tavola partecipativa), come tecnica di comunicazione, nasce negli anni ’80 del secolo scorso dalla necessità di creare un “dibattito” tra i decisori politici e altri settori della società per identificare i problemi e cercare le soluzioni attraverso il confronto e l’analisi delle diverse opinioni su un determinato argomento. Si tratta di uno strumento riconosciuto di apprendimento cooperativo, che avviene più velocemente grazie all’unicità del contributo di ogni partecipante e alla motivazione reciproca ed emotiva, che deriva dal trovarsi tutti allo stesso livello e che va a giovare, infine, anche sul piano sociale.
All’evento In and out, la comunicazione circolare della scienza per una società democraticalo scambio tra i presenti è stato paritario, in una sorta di active learning continuo, dove Giovanni Spataro, giornalista delle Scienze, si poneva e poneva in dialogo paritetico relatori e pubblico. I relatori erano Elena Fattori, senatrice della Repubblica, il docente di filosofia morale di Sapienza Simone Pollo e Luca Carra, giornalista scientifico e docente della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. Un pubblico misto, che andava dai ricercatori ai non addetti ai lavori; e non mancavano i comunicatori scientifici del futuro, i discenti del Master di Sapienza La scienza nella pratica giornalistica (Sgp), che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. Accanto ai suoi studenti anche Isabella Saggio, docente di genetica e direttrice del Master, affiancata nell’organizzazione da Prisca Ornaghi e Mattia La Torre.
Scienza e democrazia il macro-tema, ma a generare il dibattito tre domande sulla terza dose della vaccinazione anti-Covid-19: chi deve deciderla? Chi deve convincere a farla? A chi dare la precedenza? E poi una pioggia di post-it colorati con le risposte di ognuno, su cui riflettere insieme. Al centro, il termine convinzione, che fa interrogare sul ruolo del dibattito istituzionale rispetto a quello mainstream e social, considerando anche il rischio di fake news. Molte le suggestioni, diversi gli spunti. Dalla senatrice Fattori, che sottrarrebbe “certi temi dal dibattito politico” affinché non diventino “giocattoli elettorali”, all’auspicio di Simone Pollo di “raggiungere – nel decidere di vaccinarsi – il giusto equilibrio tra la dimensione collettiva e individuale”, fino a Luca Carra che associa il termine convincere al “far capire le regole del gioco”, andando a “contrastare culturalmente” le posizioni anti-scientifiche. Corale, infine, l’augurio di una giustizia globale che guardi ai paesi a basso e medio reddito, anche rispetto alle vaccinazioni.
In chiusura, la professoressa Paola Vittorioso di Sapienza ha consegnato il premio Hansel & Greta per saggi a tema scientifico nelle scuole superiori, quest’anno vinto da Rosamaria Dovizio con Un eroe dimenticato, il cavallo. Un buon saggio e dal tema insolito, che ha stupito tutti.
Immagine in evidenza: La professoressa Isabella Saggio e la dottoressa Mattia La Torre in un momento della tavola partecipativa {credit: Riccardo Crivellaro}
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