Ignazio Avella, dalla laurea in Sapienza alle scoperte sui veleni
Abbiamo intervistato Ignazio Avella, laureato di Sapienza e attualmente dottorando in Portogallo, che ci ha raccontato le sue scoperte sui veleni dei serpenti
Al solo parlare di serpenti molti rabbrividiscono, ad altri invece brillano gli occhi. Uno di questi è Ignazio Avella, il quale ha trasformato la sua passione nel suo lavoro. Da sempre interessato alla natura e in particolare agli animali, una volta diplomato, ha scelto la facoltà di Scienze Biologiche all’Università di Napoli “Parthenope”. Ottenuta la laurea, si è iscritto alla magistrale di Eco-biologia in Sapienza Università di Roma. Al dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” ha scritto la sua tesi, sotto la supervisione di Riccardo Castiglia e Gabriele Senczuk. La sua forte passione per la zoologia, in particolare per l’erpetologia, lo spinse a prendere parte a spedizioni in Messico e in Perù, e a lavorare come volontario presso il CIBIO (Research Center in Biodiversity and Genetic Resources) in Portogallo. Grazie alla collaborazione tra il CIBIO e l’Instituto de Biomedicina de Valencia in Spagna ha iniziato il suo percorso di dottorato, incentrato sulla caratterizzazione del veleno delle vipere del Mediterraneo occidentale (Spagna e Nord Africa) e sui fattori che ne influenzano la variabilità.
Nel 2018 ha vinto una borsa di studio della FCT (Fundação para a Ciência e a Tecnologia, Portogallo) che gli ha finanziato interamente gli studi di dottorato. Inoltre, ha vinto una Travel fellowship offerta da Journal of Experimental Biology che gli ha permesso di sviluppare parte del lavoro, pubblicato recentemente sulla rivista, sulle caratteristiche del veleno dei cobra sputatori, del quale abbiamo parlato anche noi su StaR.
Affascinati da questo studio abbiamo chiesto dove nasce questa sua passione per i serpenti, animali così straordinari ma il più delle volte poco considerati. “Non ricordo un momento della mia vita in cui non fossi affascinato da questi animali” afferma Avella. “Probabilmente, parte di questa passione è dovuta al fatto che molta gente prova una forte avversione per i rettili, che ho sempre trovato irrazionale. Insomma, parte del mio interesse può forse essere dovuto alla volontà di valorizzare animali stupendi ma ingiustamente bistrattati”.
Dopodiché, ci ha raccontato che lo studio sui cobra è nato da una chiacchierata con Arie van der Meijden, esperto di biomeccanica e aracnologo, il cui sostegno è stato di grande aiuto per lo sviluppo del lavoro e per la stesura della proposta di progetto che gli ha permesso di vincere la Travel fellowship. Incuriositi, abbiamo chiesto l’importanza degli obiettivi raggiunti: “Abbiamo dimostrato che nelle due modalità di somministrazione del veleno, sputo e morso, non sembrano esserci differenze nelle proprietà fisiche del veleno, ma bensì, nella pressione esercitata dai muscoli eiettori nelle ghiandole velenifere”. Inoltre, questo lavoro ha messo in discussione quanto conosciuto finora sulle caratteristiche dei veleni: gli studi precedenti descrivevano il veleno come un liquido non-newtoniano, un liquido la cui viscosità può cambiare in dipendenza da stress meccanico. Ad esempio, il ketchup è un liquido non-newtoniano: quando viene scosso diventa meno viscoso, per questo esce più facilmente dal barattolo dopo esser stato agitato. Al contrario, i veleni da loro analizzati hanno esibito tutti caratteristiche tipiche dei liquidi newtoniani, sottolinea Avella: “È probabilmente il risultato più sorprendente, dal momento che mette in discussione tutto quanto descritto finora sull’argomento”.
Attualmente sta studiando la composizione del veleno della vipera di Lataste (Vipera latastei), una specie di serpente endemico della Penisola Iberica di importanza medica, e come questo possa essere influenzato da variazioni nella dieta e nell’habitat, fiducioso afferma: “Il lavoro è praticamente ultimato, e spero di vederlo pubblicato presto!”. Allo stesso tempo è impegnato presso il Laboratory of Evolutionary and Translational Venomics dell’Instituto de Biomedicina de Valencia, dove analizzerà il veleno di altre due specie di vipere (Vipera seoanei e Vipera monticola) sotto la supervisione del team del professor Juan J. Calvete, luminare nel campo dell’analisi del veleno di serpente.
Foto in evidenza: gentile concessione dell’intervistato
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