John Forbes Nash, viaggio in una mente meravigliosa
Il genio della matematica che credeva di essere imperatore dell’Antartide e rivoluzionò la teoria dei giochi
Gloria La Torre
Quando il fisico Richard Duffin scrisse una lettera di presentazione per John Forbes Nash la concluse con queste parole: “He is a mathematical genius”. E non si sbagliava.
Il talento per la matematica di Nash era chiaro già durante gli anni del liceo. Solitario, introverso, preferiva dedicarsi alla lettura piuttosto che socializzare con i compagni. Questa scarsa abilità nelle relazioni sociali insospettiva i suoi insegnanti, che non lo amavano particolarmente e non si accorsero di avere in classe un genio.
Probabilmente, Nash era solo annoiato.
All’università fu finalmente libero di brillare. Nel 1948, poco più che ventenne, iniziò il dottorato in matematica a Princeton e scrisse un saggio in cui delineava la formula che avrebbe rivoluzionato la teoria dei giochi.
L’equilibrio di Nash è forse uno dei modelli matematici più geniali e versatili del XX secolo. Se si considera la teoria dei giochi una sorta di scienza delle decisioni, la formula di Nash rappresenta la strategia matematicamente certa per ottenere il miglior risultato.
L’intuizione potente del giovane matematico di Bluefield trovava applicazione nei campi più disparati, dall’economia, alla sociologia, alla vita di tutti i giorni. Era la dimostrazione che è possibile matematizzare il comportamento umano.
La mente di Nash era insieme la sua forza e il suo più grande nemico. Nel 1959 mostrò i primi sintomi di una patologia che lo avrebbe accompagnato, alternando fasi più o meno acute, per gran parte della sua vita: la schizofrenia paranoide. Era professore al Mit quando entrò in una sala riunioni dell’istituto e disse ai suoi colleghi di aver trovato un messaggio cifrato da parte degli extra-terrestri in un articolo del New York Times. Da quel momento, Nash venne ricoverato diverse volte.
Alla sua malattia mentale dedicò parte del discorso che pronunciò in occasione del conferimento del Nobel per le scienze economiche, nel 1994.
È ironico il destino. John Nash, un uomo che per quasi quarant’anni ha vissuto da squilibrato, ha vinto il Nobel per aver introdotto una nozione di equilibrio universalmente riconosciuta in teoria dei giochi.
Era già passato alla storia come uno dei matematici più influenti del XX secolo quando, il 23 maggio 2015, morì insieme alla moglie in incidente stradale.
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