Karl von Frisch, il Nobel “salvato” dalle api danzanti
Premio Nobel nel 1973 per la Fisiologia e la Medicina insieme a Nico Tinbergen e Konrad Lorenz, l’etologo austriaco ha messo in discussione il confine tra umani e animali non umani con i suoi studi sulla comunicazione tra gli insetti
“E se tu ora stai pensando che io sia pazzo, ti stai sbagliando. Ma potrei certamente capirlo”. È il gennaio del 1946 e Karl von Frisch così conclude la lettera con la quale spiega all’amico e collega Otto Koheler le sue “sensazionali scoperte sul linguaggio delle api”. Qualche mese prima lo zoologo austriaco aveva esposto a un convegno internazionale a Zurigo la sua ipotesi sulla percezione dei colori e degli odori da parte delle api suscitando ilarità tra quanti pensavano che tali capacità cognitive fossero una prerogativa esclusiva degli esseri umani.
Negli anni ’20 Karl von Frisch aveva già messo a fuoco gran parte delle sue intuizioni e da allora aveva continuato senza sosta a raccogliere evidenze sperimentali a supporto di un’ipotesi che si andava via via affinando: quelle “danze” misteriose, che già avevano incuriosito Aristotele, non erano altro che il linguaggio scelto dalle api per scambiarsi informazioni su posizione e distanza delle fonti di cibo. Disponendo ciotole con acqua zuccherata a varie distanze da un alveare appositamente fatto costruire in vetro, Karl von Frisch aveva studiato il comportamento degli insetti. Quando un’ape in esplorazione rientrava all’alveare dopo aver visitato una fonte di cibo posta a meno di 100 metri, comunicava alle altre api il luogo esatto attraverso una danza circolare (circular dance); se la distanza della fonte alimentare era superiore allora la danza assumeva una forma più complicata, fatta di due semicerchi uniti “a otto” (waggle dance). La cosa straordinaria che l’etologo austriaco notò fu che la danza “a otto” veniva ripetuta tanto più velocemente quanto minore era la distanza del cibo e che le api esploratrici erano in grado di indicare con precisione anche la direzione del cibo, scuotendo l’addome durante la danza lungo una linea retta (waggle run), il cui orientamento corrispondeva all’angolo ricavabile tra le posizioni del sole, del cibo e dell’alveare.
Ma le api “danzanti” non solo hanno reso possibile la luminosa carriera scientifica di Karl von Frisch: gli hanno addirittura salvato la vita, per lo meno quella professionale. È il 1925 quando gli viene offerto il prestigioso incarico di direttore dell’Istituto di zoologia presso l’Università di Monaco. Sullo sfondo si inizia ad intravvedere l’ascesa del partito nazista, che culminerà nel 1933 con la nomina di Hitler a capo del governo. Da lì a poco cominceranno le purghe destinate a eliminare sistematicamente dalle istituzioni governative tutti gli impiegati pubblici impossibilitati a dimostrare le proprie origini ariane. Proprio in quegli anni Karl von Frisch è oggetto di delazioni anonime che lo accusano di circondarsi di collaboratori ebrei e di praticare “jewish science”. La situazione precipita nel 1941, quando il rettore dell’Università di Monaco decide di espellerlo per le sue origini ebraiche (i bisnonni erano ebrei convertiti al cattolicesimo). Von Frisch è sconvolto, il lavoro è la sua vita. Molti colleghi si mobilitano in suo favore senza successo. Un aiuto decisivo arriva inaspettatamente dal presidente dell’Associazione Apicoltori della Baviera meridionale, che conosce e stima Karl von Frisch e che scrive una missiva governo nazista chiedendo di non rimuovere “il più grande esperto mondiale di api”, l’unico in grado di salvare le api tedesche a quel tempo decimate dalla dilagante diffusione di Nosema apis, un temibile parassita unicellulare. La missiva raggiunse il suo scopo, forse anche per effetto del richiamo in essa contenuto alle competenze in materia che il Führer aveva ereditato dal padre apicoltore, e Karl von Frisch poté continuare le sue ricerche.
Gli studi di Karl von Frisch sul linguaggio delle api hanno avuto una portata rivoluzionaria, permettendo di identificare per la prima volta una forma di linguaggio complessa, in grado di trasmettere informazioni dettagliate, in forme di vita considerate “semplici” come gli insetti. Dopo di lui molti studiosi hanno continuato a sviluppare le sue linee di ricerca e molti altri ne hanno messo in discussione la validità. Nonostante il lungo dibattito, le sue teorie hanno trovato nel tempo ulteriori conferme sperimentali e oggi sono universalmente accettate.
Nel 1973 a Karl von Frisch viene conferito, insieme ai colleghi Nico Tinbergen e Konrad Lorenz, il premio Nobel per la fisiologia e la medicina. Ormai troppo anziano per recarsi di persona alla cerimonia di consegna, manderà il figlio Otto a leggere un discorso pieno di passione per la ricerca e affetto per i tanti collaboratori e studenti: “If one is fortunate in finding capable students of whom many become permanent co-workers and friends, this is one of the most beautiful fruits of scientific work”.
karl von Frisch…grazie !