La parola ai millennials
di Paolo Vittorioso
Eccomi qui a scrivere di Hansel e Greta, un concorso dedicato a giovani studenti interessati alle tematiche del Nobel, giovani a cui abbiamo chiesto di sottomettere un saggio breve su un argomento correlato al Nobel.
La fatalità ha voluto che lanciassimo il concorso in un momento particolarmente difficile: l’inizio del lockdown a causa dell’emergenza Covid-19. Un momento in cui i ragazzi hanno vissuto, per la prima volta nella loro vita, una pesante restrizione del bene più grande di noi esseri umani: la Libertà. Ma, nonostante questa situazione contingente, inusuale e pesante, questa nostra iniziativa ha avuto un buon successo, come dimostrano i numerosi saggi ricevuti.
Gli studenti, grazie anche allo stimolo di insegnanti motivati, si sono messi alla prova, spinti dallo spirito di competizione, o dall’attrattiva del compenso premiale; ma voglio credere che, almeno per alcuni di loro, la motivazione prima sia stata di natura intellettuale. E questa mia convinzione è supportata dagli argomenti scelti per alcuni saggi; il tema “Nobel”, infatti, così generico nella sua specificità, ha fornito un primo criterio di valutazione, basato sull’originalità del tema scelto. E, se la figura di Maria Skłodowska Curie ha avuto un ampio successo, conteso solo da Rosalind Franklin, in quanto nobel mancato, un buon numero di studenti ha osato avventurarsi su soggetti originali se non addirittura provocatori. È sicuramente il caso del saggio sul fuoco, “simbolo naturale di vita e passione, sebbene sia l’unico elemento nel quale nulla possa davvero vivere” (S.K. Langer), ma anche del “Nobel ricco di numeri”, che rivendica un premio Nobel “per la Matematica”, se non addirittura “alla Matematica”, come riconoscimento simbolico all’“Io” matematico presente in ognuno di noi. E indubbiamente questo rappresenta una voce fuori dal coro, in quanto l’interesse degli studenti sembrerebbe prevalentemente rivolto alla fisica e alla medicina/biologia. Il fascino che la fisica esercita sugli studenti si può ricondurre all’attrazione di questa antica disciplina che studia i fenomeni naturali mediante l’applicazione del metodo scientifico. Quanto a medicina e biologia, invece, il fascino è probabilmente dovuto all’attualità di queste discipline scientifiche e delle loro possibili applicazioni, per curare un’umanità sempre più longeva, ma anche terribilmente esposta a epidemie e pandemie.
Degni di nota poi quei saggi in cui il tema Nobel è servito per parlare di problematiche attuali; Martin Luther King e la discriminazione razziale, ma anche Luc Montagnier e la “sindrome da Nobel”.
E in una generazione di studenti così altamente tecnologica non poteva mancare un pensiero per Steve Jobs, colui che ha “rivoluzionato il mondo coniugando creatività e tecnologia”, il cui messaggio alla gioventù, sintetizzato in “stay hungry, stay foolish”, è in realtà un suggerimento a non accontentarsi, a cercare la propria strada con tenacia, perché “l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate” (S. Jobs).
E chi meglio di Greta Thunberg rappresenta un esempio di tenacia e determinazione: questa giovane studentessa svedese che è diventata paladina della campagna per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. E mi piace concludere con il messaggio di Greta ai giovani: “dico a tutti i ragazzi: non sottovalutatevi, abbiate fiducia nelle vostre capacità, siate creativi.”
Immagine in evidenza: Particolare del murale “Nobody Excluded” dell’artista Luogo Comune sito in Via dei Luceri nel quartiere romano di San Lorenzo. ©Mattia La Torre
Commenti recenti