La ricerca
in oriente o occidente?
di Francesca Stazzonelli
Distanti sul mappamondo e all’anagrafe, vicine nel prestigio. La giovanissima Nanyang technological university di Singapore e la veterana University of Cambridge occupano i primi posti delle principali classifiche mondiali degli atenei e sono all’avanguardia nella ricerca scientifica. Vediamo i loro punteggi a confronto
Nanyang technological university è un’università pubblica di Singapore nota per le sue ricerche tecnologiche in ambito chimico, biomedico e nelle scienze naturali. Ospita infatti due Research centres of excellence: l’Earth observatory of Singapore che si occupa di terremoti, maremoti, vulcani, e il Singapore centre on environmental life sciences engineering dedicato alla ricerca biologica e ambientale sui microrganismi come i batteri. Nanyang technological university è un ateneo relativamente giovane perché è stato fondato nel 1991, ma è comunque annoverato tra le migliori università al mondo dalle principali classifiche internazionali. Nel 2022 il QS World university rankings, la graduatoria delle università pubblicata ogni anno da Quacquarelli Symonds, azienda britannica specializzata nell’analisi degli atenei di tutto il mondo, la posiziona al dodicesimo posto nel mondo. Ma è al primo posto nella classifica QS Top 50 under 50, la classifica sulle giovani università che hanno meno di cinquant’anni di vita. Invece secondo la classifica stilata dalla rivista inglese Times higher education, The World university rankings 2022, Nanyang technological university di Singapore è in 46esima posizione a livello mondiale, ma al secondo posto nel podio speciale dedicato alle università più giovani. Oltre a quelle citate, la terza più nota classifica universitaria mondiale è la Academic ranking of world universities stilata dalla Shanghai ranking consultancy, che nel 2021 posizionava Nanyang technological university al 81esimo posto su mille università valutate. La classifica Academic ranking of world universities si basa su criteri valutativi quali i premi Nobel e le medaglie Fields ottenuti dagli alunni e dal corpo docente, il numero di articoli pubblicati su riviste scientifiche importanti come Nature e Science, e il cosiddetto Science citation index expanded, un indice di citazione che copre più di 9mila riviste e giornali dal 1900 a oggi.
Distanti sul mappamondo e all’anagrafe, vicine nel prestigio
Difficile (ma possibile in futuro?) confrontarsi con una delle università più antiche al mondo, fondata nel 1209, l’Università di Cambridge, che ospita il celebre istituto di ricerca Medical research council Laboratory of molecular biology. Cambridge è costantemente nella top five delle più note classifiche universitarie, giocandosi il primo posto con Oxford per l’ateneo migliore della Gran Bretagna. Per il QS World university rankings e l’Academic ranking of world universities è al terzo posto tra le università di tutto il mondo, mentre The World la colloca al quinto posto nel 2022. Cambridge è associata a più premi Nobel di qualsiasi altro ateneo: tra i suoi studenti ben 110 hanno vinto il prestigioso premio. In particolare, dodici premi Nobel sono arrivati dal lavoro degli scienziati del Medical research council Laboratory of molecular biology, a cominciare dal Nobel per la chimica del 1958 assegnato a Frederick Sanger (che lo vincerà anche nel 1980) per aver scoperto la sequenza aminoacidica completa dell’insulina. Nel 1962 i riconoscimenti vinti sono addirittura due: Francis Crick e James Watson vincono il Nobel per la medicina grazie alla scoperta della struttura del Dna, mentre Max Perutz and John Kendrew lo ottengono per la chimica per aver determinato la prima struttura atomica di una proteina, la mioglobina. Al 1982 risale il Nobel assegnato a Aaron Klug per lo sviluppo della microscopia elettronica cristallografica, e al 1984 quello ricevuto da César Milstein e Georges Köhler per aver inventato una tecnica per la produzione degli anticorpi monoclonali. Il totale di nove premi per la chimica e tre per la medicina ottenuti da ricercatori del Laboratory of molecular biology sono valsi al laboratorio il soprannome di Nobel Prize Factory.
Francesca Stazzonelli, Studentessa del Master La Scienza nella Pratica Giornalistica della Sapienza Università di Roma
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