Lavori da Nobel
Quattro premi Nobel si raccontano. Nel loro curriculum non solo incarichi di prestigio, ma anche lavori come lavapiatti, magazziniere e insegnante di equitazione
Dalla star del cinema all’imprenditore milionario, tutti hanno cominciato la propria carriera da qualche parte. Compresi i premi Nobel. L’agenzia di stampa Reuters ha chiesto ad alcuni vincitori del famoso riconoscimento qual è stato il loro primo lavoro. Scopriamo così che anche le migliori menti del mondo si sono barcamenate tra scuola e lavoretti part-time, a volte umili e faticosi ma non per questo meno importanti per la professione futura. Ecco le loro storie.
Lavamacchine, magazziniere e operaio: è cominciata in questo modo, in un quartiere povero di Boston, la carriera del premio Nobel per l’economia Eugene Fama. «Il tizio dall’altra parte della strada aveva un lavaggio auto, così ho cominciato a lavorare lì di domenica. Erano giornate molto lunghe. Poi ho lavorato come magazziniere per un negozio per signore e in un’acciaieria. Guadagnavo bene, ma era molto pericoloso», ricorda l’economista. L’esperienza però gli è servita: «Da tutti questi lavori ho imparato che è meglio avere un’istruzione. È stata quella la mia via di fuga».
Per Carol Greider, premio Nobel per la scoperta dell’azione della telomerasi, tutto è cominciato in groppa a un cavallo. «Da liceale, ricordo di aver fatto domanda per almeno 30 o 40 lavori. Sono stata rifiutata per ciascuno di essi – racconta – Finalmente, sono finita alla scuola di equitazione Happy Horse. Prendevo lezioni da quando avevo 6 anni, quindi hanno pensato che potessi essere una buona insegnante». La futura scienziata ricorda che il lavoro le è stato molto utile: «Ho imparato molto sulla leadership. Anche se avevo solo 17 anni, ero io quella che aveva la responsabilità».
David Wineland iniziò invece a lavorare quando era ancora molto giovane: «I miei genitori erano figli della Depressione e mi hanno insegnato molto presto che avrei dovuto lavorare. Una lezione che oggi sembra mancare». Molto prima di ricevere il Nobel per i suoi studi sui sistemi quantici, Wineland è stato il ragazzo delle consegne per un giornale locale. «È stato uno dei migliori lavori che abbia mai avuto. Avevo circa 10 anni e sono arrivato a guadagnare 1500 dollari, un’ottima somma per l’epoca». Sempre in quel periodo, si cimentò come lavapiatti: «L’unica cosa buona che ne è uscita è stato convincermi ad andare all’università così che potessi avere un lavoro migliore», afferma Wineland.
Anche Randy Schekman, Nobel per la scoperta della regolazione del traffico vescicolare nelle cellule, ha cominciato con acqua e sapone. «Mentre ero al liceo sono entrato in contatto con un’azienda che puliva la vetreria del laboratorio di un ospedale. Avrei dovuto lavorare, ma preferivo armeggiare con la strumentazione microbiologica», racconta lo scienziato, che con i soldi guadagnati riuscì a pagarsi un anno di retta all’Università della California. «Era un lavoro faticoso, puzzolente e non molto stimolante. I miei capi non credevano di avere un futuro Nobel tra le mani».
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