Le Gemme Dormienti non dormono
La onlus a tutela della fertilità è attiva anche in tempi di pandemia
Videoconferenze, consulenze e visite mediche online. Ecco come prosegue l’attività delle Gemme Dormienti, onlus nata nel 2011 con lo scopo di assistere le pazienti oncologiche nella preservazione della capacità riproduttiva e della funzione endocrina, indirizzandole in percorsi personalizzati come la criocongelazione degli ovociti o il prelievo del tessuto ovarico. La pandemia non ferma la malattia, pertanto non deve fermarsi nemmeno la terapia: il lavoro delle Gemme Dormienti continua come servizio sanitario indifferibile, anche in condizioni di emergenza.
“Oggigiorno dal cancro si guarisce e la qualità della vita ha acquistato un significato ancor più importante. Non è più accettabile che a una giovane donna sotto terapia antitumorale non venga data la possibilità di preservare la propria fertilità”, ci spiega Mariavita Ciccarone, fondatrice e presidente delle Gemme Dormienti. Le complicazioni delle malattie tumorali legate alla riproduzione, come perdita di fertilità, menopausa precoce e pubertà precoce o ritardata nelle bambine, sono spesso trascurate. Ai rischi per la salute riproduttiva derivanti dalle cure oncologiche si aggiungono quelli derivanti da farmaci antitumorali utilizzati per il trattamento di altre patologie quali endometriosi, malattie reumatiche o malattie geneticamente determinate. Le Gemme Dormienti nascono quindi dalla volontà di diffondere conoscenza sull’argomento e promuovere una cultura sul tema della preservazione della fertilità che si basi sulla prevenzione; il fine ultimo è permettere alle donne che hanno subito cure aggressive come quelle contro il cancro di poter gioire in futuro della maternità, recuperare la funzione ormonale e ritardare la menopausa.
La onlus si rivolge a donne dai 3 ai 45 anni offrendo assistenza urgente: a 24-48 ore dalla diagnosi, su segnalazione dell’oncologo curante o della paziente stessa, la donna prende contatto con l’associazione per ricevere un bilancio della propria fertilità – comprensivo di analisi ormonali, visita ginecologica, pap test ed ecografia pelvica – così da stabilire il percorso più adatto. A questo punto la paziente può sottoporsi alle tecniche di preservazione della fertilità in strutture pubbliche in rete con l’associazione, terminate le quali può iniziare la terapia antitumorale.
In tempi di Covid-19 l’associazione sta svolgendo le sue consuete attività, ma con delle limitazioni: salvo urgenze inderogabili, i contatti fisici sono stati ridotti e le visite mediche trasformate in consulenze mediche online. Ma se da un lato l’attività ambulatoriale è ridimensionata, dall’altro l’assistenza online è aumentata: le Gemme Dormienti offrono infatti alle donne, oltre alle cure medico-sanitarie, anche supporto psicologico e nutrizionale, ad oggi potenziato tramite video-incontri privati e gratuiti con psico-oncologi e nutrizionisti. In aggiunta sono stati attivati seminari di gruppo in videoconferenza con gli specialisti dell’associazione. “L’assistenza integrata è fondamentale in un periodo incerto come questo: siamo più che mai in cerca di volontari come giovani medici e laureandi in ginecologia, oncologia, ematologia ma anche studiosi di bioetica che vogliano aiutare noi e le nostre donne”, continua Ciccarone.
La onlus, tuttavia, non è sola nella sua attività: da cinque anni l’università Sapienza di Roma collabora attivamente al progetto, impegnandosi nella sensibilizzazione e nella formazione dei medici. “L’associazione cercava una cooperazione scientifica e il professor Paolo Marchetti, responsabile del polo oncologico della Sapienza, ha accolto la proposta con favore”, riporta ancora Ciccarone. Da questa collaborazione è nato il Corso di Alta Formazione in Oncofertilità della Sapienza di durata annuale, riservato a specialisti in materie affini alla fertilità e da quest’anno aperto anche a psicologi, biologi e farmacisti; l’obiettivo è quello di divulgare conoscenza sulle nuove frontiere nel campo della preservazione della fertilità. “Ne andiamo molto fieri perché è il primo e unico in Italia”, continua Ciccarone; “ringrazio il professor Marchetti e i colleghi di onco-ematologia per la collaborazione con La Sapienza nonché per la vicinanza e la sensibilità dimostrate verso l’associazione e le sue tematiche”.
Dunque, l’attività della onlus non si ferma, ma continua a custodire le “gemme dormienti”. “Il nome stesso dell’associazione voleva essere evocativo”, conclude la fondatrice: “Doveva trasmettere un messaggio: come la natura preserva le gemme dormienti per farle sbocciare successivamente, noi proteggiamo gli ovociti delle nostre pazienti per farli fiorire quando saranno guarite”.
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