Letture da Nobel
Quali testi hanno accompagnato l’infanzia dei Nobel e quali li hanno ispirati di più? Eccone una rassegna
Per fare scienza, si sa, ci vogliono fantasia e creatività. Quelle di Donald Cram, Nobel per la chimica 1987, furono sicuramente stimolate dalla madre. Era lei infatti a spronarlo a inventare la fine delle storie di eroi ed eroine, che gli leggeva la sera. Anche grazie a questo, Cram sapeva già leggere a soli quattro anni. Sempre per merito della mamma, il Nobel per la chimica Ilya Progogine ebbe un altro tipo di precocità: imparò prima di tutto a decifrare le note musicali, grazie agli spartiti della madre pianista. Le parole furono solo il passo successivo. La più precoce nella lettura fu invece il Nobel per la medicina Rosalyn Yalow: leggeva già prima dell’asilo ed era il fratello maggiore a procurarle, ogni settimana, i libri dalla biblioteca pubblica.
Ci sono poi Nobel che sono stati influenzati, più che dalle madri, dalla lettura dei capolavori di altri Nobel. Il lavoro della scrittrice Selma Lagerlöf, prima donna a ricevere il Nobel per la letteratura nel 1909, ha ispirato profondamente almeno tre Nobel. Uno di questi è Czeslaw Milosz’, Nobel per la letteratura nel 1980: la sua poetica è stata influenzata parecchio, a suo dire, dalla scrittrice svedese.
Fu invece un libro in particolare di Lagerlof, Il Favoloso viaggio di Nils sulla groppa di un’oca, a forgiare le aspirazioni dei Nobel Konrad Lorenz e Kenzaburo Oe, quando erano piccoli. Dal momento in cui Lorenz lesse il romanzo desiderò ardentemente essere un’oca selvatica. Quando capì che era impossibile, come era improbabile poterne prendere una in casa, data l’ovvia resistenza dei genitori, si accontentò di un anatroccolo: l’animale che lo portò al Nobel per la medicina nel 1973. Invece Kenzaburo Oe, premiato per la letteratura nel 1994, nel romanzo di Lagerlöf lesse due “profezie”: riuscire a comprendere il linguaggio degli uccelli e volare via con la sua amata oca possibilmente in Scandinavia. Entrambe, in un certo senso, si avverarono: la prima grazie al figlio, nato con sindrome di Down, che imparò a interagire col cinguettio degli uccelli prima di parlare; la seconda grazie al Nobel. Andò infatti a ritirare il premio con la moglie e compagna di vita, che lui vedeva come l’incarnazione di Akka, l’oca guida dello stormo di oche selvatiche citata nel libro di Selma Lagerlof.
Anche il destino del Nobel per l’economia Gary Becker fu in qualche modo influenzato da quanto leggeva da piccolo. Quando il padre perse la vista, il futuro Nobel iniziò a leggergli quotazioni di borsa e altri sviluppi della finanza. Ben diverse erano invece le letture di altri due Nobel per l’economia: Harry Markowitz amava fumetti e storie avventurose come The shadow, mentre George Akerlof prediligeva le storie di animali parlanti. Il suo personaggio preferito era Freddy the pig, figura centrale di una serie di storie per bambini scritte tra il 1927 e il 1958 da Walter R. Brooks e illustrate da Kurt Wiese.
Ma non per tutti i libri dell’infanzia rispecchiavano particolari passioni o segni del destino. Ci sono anche Nobel che leggevano «un po’ di tutto», come il fisico Martin Perl: le letture di storia, scienza, matematica, biografie, romanzi e viaggi andavano di pari passo col suo crescente amore per la fisica delle particelle che lo portò al Nobel nel 1995.
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