Marie Curie, un esempio per l’Umanità

Marie Curie, un esempio per l’Umanità

di Stefano Di Bartolomeo, III J, IIS “Di Vittorio – Lattanzio”, Roma

Questo saggio partecipa al concorso Hansel e Greta. Il vincitore verrà designato sulla base del numero di voti ricevuti e della valutazione da parte di una giuria di qualità. Le votazioni partiranno il 15 giugno 2020. Per votare cliccare su questo link, selezionare il tema desiderato e cliccare sul pulsante “vota” in fondo alla pagina.

Il mondo della scienza ha conosciuto una donna coraggiosa e determinata, dotata di grandi capacità, che è riuscita a dimostrare il suo valore e a fare scoperte rivoluzionarie per il progresso dell’umanità.

Marie Sklodowska Curie nacque il 7 novembre del 1867 a Varsavia. Da piccola Marie voleva studiare fisica, ma a quel tempo in Polonia una donna non poteva dedicarsi alla carriera scientifica, in quanto non aveva accesso all’istruzione superiore. Lavorò come istitutrice per potersi pagarsi le tasse universitarie allo scopo di trasferirsi a Parigi. Nel novembre del 1891, poté iscriversi alla Sorbona, visto che l’università di Varsavia era interdetta alle donne. A Parigi, Marie incontrò Pierre Curie, un istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale, che sposò e con il quale ebbe due figlie. Pierre fu anche suo compagno nella ricerca scientifica.

Laureatasi in fisica e in matematica, iniziò a lavorare sulle proprietà magnetiche degli acciai temperati, per poi concentrarsi sullo studio della radioattività, che condusse con mezzi semplici e rudimentali, ma che la portò a diventare una delle più grandi scienziate, e a vincere due premi Nobel.

Il fisico francese Henry Becquerel, nel 1896, osservò che alcuni sali di uranio potevano impressionare una lastra fotografica protetta da ogni tipo di luce solare, scoprendo così la radioattività. I coniugi Curie iniziarono a studiare tale fenomeno in modo quantitativo e preciso, analizzando il comportamento dell’uranio in diversi composti e in diverse condizioni. Scoprirono così che la radiazione era una proprietà atomica dell’uranio. In seguito trovarono due minerali, la torbernite e la pechblenda,che erano molto più radioattivi in base al contenuto di uranio che possedevano: avevano trovato un nuovo elemento che chiamarono polonio, in onore alla patria della scienziata. In seguito si accorsero che nella pechblenda c’è un’altra sostanza molto più radioattiva, il radio. Nel 1903 Marie Curie con il marito ricevettero il premio Nobel per la Fisica.

Dopo la morte di Pierre Curie, avvenuta nel 1906, a causa di un incidente, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa Università la Sorbona, occupando la cattedra che era stata del marito. Marie Curie proseguì le sue ricerche e arrivò a mettere a punto metodi per l’isolamento del polonio e del radio, che le valsero il premio Nobel per la chimica nel 1911.

Marie Curie morì il 4 luglio del 1934, per una grave forma di anemia, causata dalla lunga esposizione alle radiazioni. Per paura delle contaminazioni la bara fu avvolta nel piombo; tutti i suoi appunti sono conservati dentro scatole piombate e ancora oggi chi vuole studiarli deve indossare una tuta protettiva.

La scoperta della radioattività ha aperto nuove strade per la ricerca scientifica e tecnologica ed in particolare nel campo della fisica atomica, sono state così ottenute importanti informazioni sulla struttura dei nuclei atomici. Oggi la radioattività ha numerosi campi di applicazione, soprattutto nella medicina. Infatti, nonostante la sua pericolosità, resta importantissimo il suo impiego curativo, in diagnosi e in terapia, nella fisica medica e nella medicina nucleare (la radioterapia per curare tumori, i radiofarmaci, i raggi X, le nuove apparecchiature di Tomografia a Emissione di Positroni (PET).

Marie Curie avrebbe potuto guadagnare moltissimo dalle sue scoperte ma decise di donare all’umanità i risultati della sua ricerca, senza pretendere nulla. Per questo motivo va ammirata, perché ha anteposto i benefici per l’Umanità al suo tornaconto personale. Marie Curie ha ricevuto anche due riconoscimenti eterni. Il primo è che la Giornata Mondiale della Fisica Medica, si celebra, in tutto il mondo, il 7 novembre, giorno della sua nascita. Il secondo riconoscimento è stato il trasferimento delle sue spoglie insieme a quelle del marito, al Pantheon di Parigi, tempio dedicato “Aux grands hommes”, diventando così la prima donna della storia ad aver ricevuto questo onore.